Polizia Postale, Governo e Google: sono questi i tre moschettieri scesi in campo in mattinata per la seconda edizione di “Non perdere la bussola“, l’iniziativa inaugurata nel 2009 e con la quale si intende promuovere l’educazione alla Rete tra la popolazione italiana (ove il nuovo analfabetismo è più diffuso di quanto non succeda nella maggior parte dei paesi europei). L’iniziativa si pone lo scopo di educare giovani e non ad un uso consapevole e responsabile del Web, conoscendone i pericoli e le opportunità per scegliere gli strumenti ed i percorsi più adeguati all’uso che se ne intende fare.
«Dopo il successo dello scorso anno», ha spiegato il Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, «il progetto “Non perdere la bussola” riparte con una novità fondamentale: il coinvolgimento degli insegnanti e dei genitori. Internet fa ormai parte del mondo dei ragazzi, ma spesso chi dovrebbe indirizzarli rischia di non aver le competenze adeguate». L’obiettivo è quindi quello di fare sistema e di non confinare la Rete ad una peculiarità delle nuove generazioni poiché così facendo si rischia che proprio le persone di età più matura (tra le quali risiede gran parte del corpo docenti) rimangano tagliate fuori da uno strumento che può rivelarsi essenziale a qualsiasi età.
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Il progetto vede il proprio baricentro tra le scuole medie inferiori e le scuole medie superiori su tutto il territorio nazionale. L’uso responsabile della Rete inizia anche a scuola e la collaborazione tra Governo, Polizia e Google è in tal senso un esempio fattivo di quanto si possa concretamente fare per rendere la Rete un luogo più sicuro, ricco ed aperto.
A tal proposito occorre ricordare come, a seguito del noto affair “ViviDown“, Google abbia voluto scendere in campo con maggior decisione per favorire un approccio “educato” alla Rete, cercando così di rendersi protagonista di un atteggiamento proattivo nei confronti di un’utenza che, se formata preventivamente, va a rapportarsi alla Rete con rischi minori per sé e per gli altri. Spiega oggi Scott Rubin, Head of Policy and Communications Strategy EMEA di Google: «Google non vuole sottrarsi alla responsabilità che un importante soggetto del mondo digitale ha in termini di educazione all’uso di internet, in particolare per quanto riguarda le nuove generazioni. Lo dico da genitore, oltre che da Googler. Per questo “Non perdere la bussola” è solo uno dei progetti di Google in quest’area, ma un progetto di grande rilievo in quanto ci vede collaborare strettamente con le istituzioni e la società civile e quindi ha una grande concretezza. Ci permette di misurarci con gli utenti e le loro esigenze. Ed è proprio sulla base dell’esperienza che abbiamo deciso di ampliare il progetto a genitori, educatori ed associazioni che offrono supporto alle persone disabili».
Per accedere a tutte le risorse relative al progetto “Non perdere la bussola” è possibile consultare l’apposito sito Web predisposto da Google con sezioni dedicate per le varie tipologie di utenza. Disponibile anche tutto il materiale relativo ai workshop formativi organizzati nel contesto dell’iniziativa:
L’obiettivo dei workshop è di insegnare ai ragazzi e alle loro famiglie come sfruttare le potenzialità espressive delle community online senza correre i rischi connessi alla violazione della privacy, al caricamento di contenuti inappropriati, alla violazione del copyright e all’adozione di comportamenti scorretti e pericolosi. Molti dei potenziali rischi citati spesso dipendono dalla mancanza di specifica conoscenza delle norme e del codice di condotta di queste realtà sociali online. YouTube intende favorire la diffusione dell’informazione in merito per contribuire ad un uso più consapevole e responsabile degli strumenti online
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