Nokia, la scommessa europea sul Grafene

Dall'Europa giunge a Nokia 1 miliardo di euro per portare avanti fondamentali ricerche di laboratorio sull'applicabilità del Grafene nel mondo reale.
Nokia, la scommessa europea sul Grafene
Dall'Europa giunge a Nokia 1 miliardo di euro per portare avanti fondamentali ricerche di laboratorio sull'applicabilità del Grafene nel mondo reale.

Nokia ha identificato il materiale sul quale intende scommettere per il proprio futuro e per il futuro del settore in cui opera: il Grafene. Fino a pochi anni or sono era una grande speranza, poi il premio Nobel del 2010 ne ha formalmente riconosciute le qualità e ne ha sancita l’importanza: oggi il Grafene diventa ufficialmente un grande cantiere aperto per la ricerca e Nokia intende mettere la propria firma sui passi avanti che i laboratori di ricerca riusciranno a far compiere attorno a questo materiale.

Per portare avanti i lavori, Nokia ha ottenuto una sovvenzione decennale pari a 1 miliardo di euro da parte dell’European Union for the Future and Emerging Technologies. Una scommessa, quindi, anzitutto europea: l’UE ha portato avanti l’iniziativa affidando a Nokia ed al Graphene Flagship Consortium il denaro necessario a dar vita ad una ricerca destinata a creare innovazione, posti di lavoro e nuove grandi opportunità a livello di mercato. Non è chiaro quale sia il range temporale entro il quale il consorzio auspica di raggiungere i primi risultati, ma è evidente il fatto che in questa fase si tenterà di dar corpo nel minor tempo possibile alla verifica delle possibili applicazioni tecniche su cui estendere l’utilità del Grafene nella vita reale.

Le qualità del materiale sono note e di particolare importanza è la sua resistenza: la promessa è quella di arrivare ad ottenere materiali estremamente rigidi e resistenti pur a fronte di una maggior sottigliezza e leggerezza rispetto a quelli fin qui adoperati.

Henry Tirri, CTO Nokia, spiega che il gruppo ha già identificato una molteplicità di aree su cui il materiale potrebbe essere applicato: «abbiamo già fatto qualche lavoro promettente, ma crediamo che la maggior innovazione debba ancora essere scoperta». Il vecchio continente diventa così l’ombelico del progetto, «un modo veramente efficiente e promettente di fare investimenti di ricerca per l’Europa». Entro breve, insomma, il Grafene passerà dai centri di ricerca alle applicazioni reali: qualcosa che potrebbe rivoluzionare il computing e la mobilità, alleggerendo i materiali e portandoli ad una sottigliezza fino ad oggi impossibile (a tutto vantaggio delle possibilità offerte alle componenti interne), aprendo così a nuovi concept e nuove forme.

Che il Grafene fosse il futuro era cosa chiara ormai da tempo: i progetti guardano da tempo a reti ad alta velocità, dissipatori, processori, memorie ed altro ancora. Che il futuro fosse ormai poco distante è qualcosa che invece sta venendo a galla soltanto ora, con un fiume di denaro pronto ad essere riversato su quella che si presenta come una incredibile opportunità. Per Nokia il Grafene potrebbe significare strutture trasparenti, smartphone plasmabili, dispositivi ultraleggeri (magari indossabili), componenti interne di maggior prestigio ed altro ancora. Portando magari sul mercato quel che fino a poco tempo fa sembrava fantascienza:

Nokia Morph Concept

Nokia Morph Concept

 

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