Nokia e la storiella di Stephen Elop

Il CEO Nokia Stephen Elop ha spiegato al gruppo che non c'è più alternativa: o si brucia con la propria piattaforma, o si svolta definitivamente
Nokia e la storiella di Stephen Elop
Il CEO Nokia Stephen Elop ha spiegato al gruppo che non c'è più alternativa: o si brucia con la propria piattaforma, o si svolta definitivamente

C’era una volta un uomo che lavorava su una piattaforma petrolifera del Mare del Nord. Una notte udì un’esplosione ed in breve tempo fu circondato dalle fiamme. A quel punto l’uomo aveva soltanto due opzioni: rimanere sulla piattaforma, e bruciare con essa, oppure buttarsi nel mare ghiacciato dell’Atlantico. Non v’è scelta alternativa: bruciare o sfidare il freddo. L’uomo si buttò. E fu salvato.

È questa la storiella metaforica che Stephen Elop, il nuovo CEO Nokia, ha pubblicato su un sistema di comunicazione interno per portarne il significato sotto gli occhi dei dipendenti. E la metafora è oltremodo chiara: Nokia siede su una piattaforma che sta andando a fuoco e, qualsiasi decisione prenderà, non sarà indolore. Ciò nonostante, la scelta di rimanere sulla piattaforma sarebbe sicuramente perdente. Per questo, insomma, Stephen Elop sta preparando tutti al grande salto, la cui entità sarà spiegata nei prossimi giorni nel corso di un apposito speech.

Nel proprio intervento Stephen Elop si è detto estremamente rammaricato per l’incapacità di Nokia nel rispondere alle sfida provenienti da Apple e Android. Ha descritto la capacità Apple di progettare una nuova esperienza per la quale l’utenza è disposta anche a spendere di più, quindi ha citato anche Android come una forza gravitazionale che tutto attrae a sé. Nel frattempo il mercato Nokia è caduto, l’apprezzamento del brand è diminuito e la “burning platform” rischia ora di circondare definitivamente l’azienda nei propri ritardi e nella propria inerzia. Soprattutto l’azienda è troppo lenta nel trasferire le idee in prodotti: MeeGo procede ad un passo perdente, Symbian è ormai sopraffatto, il tutto mentre il resto del mercato corre a velocità folli. Comunque ci si muova, il ritardo è ormai scontato.

Stephen Elop ha voluto spaventare tutti per far terra bruciata attorno a sé: occorre agire. Subito. L’aggressione arriva da ogni dove e, soprattutto, «i nostri competitor non ci rubano il mercato con i loro device; ce lo prendono con un intero ecosistema». Applicazioni, advertising, search, ecommerce, sviluppatori: ogni grande marchio ha costruito un proprio ecosistema e lo sta portando avanti. Ed a questo punto v’è la parte più interessante dell’intero intervento: «Ciò significa che dobbiamo decidere se costruire, catalizzare o unirci a un ecosistema».

L’ipotesi più affascinante per il mercato è senza dubbio la terza, perché in questo caso le ipotesi sarebbero soltanto due: Android o Windows Phone 7. Trattasi però di opzioni del tutto differenti: sicura e meno promettente la prima, coraggiosa ma rischiosa la seconda. La metafora della piattaforma e dell’oceano, in tal senso, sembra suggerire che le minacce dell’incendio non possono che incoraggiare ad un grande salto nel buio: WP7 e Nokia sarebbero in tal senso una accoppiata di evidente interesse reciproco.

Stephen Elop non ha usato giri di parole ed ha introdotto la propria novella per preparare il gruppo alla grande svolta. L’11 febbraio si decide: o si tenta di spegnere l’inferno, o ci si butta nelle acque gelide. Ma la storiella di Elop un finale già ce l’ha.

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