Niso biomed è la startup dell'anno

Consegnati dal Presidente Napolitano i premi Leonardo alla qualità. Per il secondo anno, anche a una startup: la Nisobiomed di Paul Muller.
Niso biomed è la startup dell'anno
Consegnati dal Presidente Napolitano i premi Leonardo alla qualità. Per il secondo anno, anche a una startup: la Nisobiomed di Paul Muller.

Per la seconda volta in due anni il Premio Leonardo alla Qualità è andato a una startup biomedicale. La particolare macchina che utilizza la gastroscopia per individuare tumori, inventata dal medico pugliese Antonio Nucci, è alla base della startup torinese NISO biomed. Il Presidente della Repubblica ha conferito il premio a Paul Muller, l’uomo che ha creduto in questa tecnologia, nell’ambito della cerimonia che ha premiato diversi settori dell’imprenditoria che promuovono l’immagine, lo stile e l’eccellenza del Made in Italy e dell’Italia nel mondo.

Il premio Leonardo è definito il “premio dei premi” anche per le startup, perché sono invitate le inprese innovative vincitrici delle principali competition durante l’anno precedente. Come l’anno scorso, c’era un rosa che contemplava diversi settori, ma tutti legati ad alcuni criteri di massima eccellenza, il fatturato, l’internazionalizzazione, l’impatto sociale.
Niso biomed da questo punto di vista risponde perfettamente. Fondata nel 2009, la startup ha subito esteso a livello mondiale il suo brevetto tecnologico, un dispositivo medico innovativo – EndoFaster – che analizza il succo gastrico migliorando le diagnosi e il riconoscimento dei fattori di rischio tumorale. Una sorta di esame in tempo reale del rischio in 15 secondi.

Ingegnerizzazione del prodotto, certificazioni ISO, validazione della sperimentazione clinica, tutto è stato sostenuto in parti uguali (450 mila euro) da Muller e da Michele Guala, industriale del packaging, che si spartiscono equamente la compagine societaria. Nel 2012 lo sbarco nei mercati mondiali al congresso di gastroenterologia di Amsterdam e la creazione di una rete di distribuzione internazionale (Europa, Nord Africa, Israele, India). L’anno scorso il premio PNI Cubr 2013. Così racconta Muller la sua impresa e il futuro che l’attende:

Intervista al vincitore del Premio Leonardo

Paul Muller: quando è nata l’intuizione?

In realtà si tratta di un percorso di screening tecnologico. Per lavoro mi sono occupato per dieci anni di sostegno alle startup universitarie, e nel 2002 ho contribuito a fondare un venture capital. Quando ho deciso di passare dall’altra parte, sono stato aiutato dalla mia esperienza e ho puntato su questo progetto.

Niso biomed ha un business già avviato? Come funziona?

Al momento Endofaster si trova in quattro ospedali italiani e tre inglesi e abbiamo un interessa fortissimo dagli ospedali indiani, giapponesi, dove l’incidenza di tumori allo stomaco è molto alta.

Vendete la macchina o l’affittate?

Entrambe le cose. Nei sistemi dove pesa la spending review, come in Italia, offriamo la macchina e si paga a seconda dell’uso. Altri ospedali, soprattutto all’estero, probabilmente vorranno comprarla e in questo caso il modello è quello della vendita più consumabili, cioè liquidi e altri strumenti per il funzionamento nel tempo.

Durata della vita del macchinario?

Dieci anni, anche se naturalmente dipende dall’uso e da altri fattori: potenzialmente può durare anche di più.

Il macchinario sviluppato dalla Niso biomed, vincitrice del premio Leonardo come startup dell'anno, consegnato dal Presidente Giorgio Napolitano. L'endofaster sfrutta la gastroscopia come primo screening per una valutazione dei fattori di rischio tumorali. Il medico viene così aiutato a escludere certi casi, oppure ad approfondire.

Il macchinario sviluppato dalla Niso biomed, vincitrice del premio Leonardo come startup dell’anno, consegnato dal Presidente Giorgio Napolitano. L’endofaster sfrutta la gastroscopia come primo screening per una valutazione dei fattori di rischio tumorali. Il medico viene così aiutato a escludere certi casi, oppure ad approfondire.

Questa espansione nei mercati indiano, giapponese, americano, va ovviamente finanziata con dei capitali: la sua startup non necessita di incubazione, al punto in cui è arrivata, quindi ha bisogno di ventures…

Esatto. In questo momento siamo in contatto con tre ventures, due italiani e uno inglese. C’è anche la possibilità dell’ingresso di altre aziende, di forme differenti di investimento. D’altronde, quando abbiamo fondato la Niso biomed sapevamo che sarebbe arrivato il giorno del grande salto: il mio lavoro era quello di creare le condizioni, di prendere una tecnologia interessante ma non ancora pronta, e svilupparla. Senza nuovi capitali sarebbe impossibile rispondere alle incoraggianti ma anche pressanti reazioni interessate da parte degli ospedali sparsi per il mondo.

Gli altri premiati

Il Capo dello Stato ha consegnato il Premio Leonardo ex aequo a Diego Della Valle, Presidente e Amministratore delegato di Tod’s S.p.A., e a Gianni Zonin, Presidente della Casa Vinicola Zonin e Presidente della Banca Popolare di Vicenza; i “Premi Leonardo Qualità Italia” ad Amplifon S.p.A., al Gruppo Dompè S.p.A., alla Kerakoll S.p.A. e al Gruppo Mossi Ghisolfi; il “Premio Leonardo International” a Khaldoon Khalifa Al Mubarak, Presidente Executive Affairs Authority e Amministratore delegato della Mubadala Development Company.

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