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Saremo sempre più dipendenti dai nostri smartphone? Una domanda come questa non può avere una risposta immediata, ma nasce dopo la segnalazione di un gruppo di ricercatori britannici che sta lavorando per sviluppare un chip in grado di gestire da casa la diagnosi relative alle malattie sessualmente trasmissibili. L’applicazione consisterebbe in un mix di hardware e software per permettere alle persone di utilizzare poche gocce di saliva o urina su particolari chip.
Lo stesso chip sarebbe, infine, in grado di spedire, tramite il telefono cellulare, una diagnosi. È il Guardian a
Il motivo di questo particolare investimento è dichiarato dal dottor Tariq Sadiq, secondo cui «Il telefono cellulare può diventare un medico mobile. Può diagnosticare la presenza di malattie sessualmente trasmissibili come la clamidia o la gonorrea e può dirti dove andare per farsi curare». E non solo: in futuro nuove applicazioni potrebbero aiutare a scovare infezioni differenti.
Non mancano i dubbi sulla reale possibilità che un programma di questo tipo prenda vita e funzioni davvero, come affermato dal professor Basil Donovan il quale, ai microfoni del
In una scena del film Wall-e i protagonisti umani sono completamente dipendenti dalle macchine e vivono in un mondo di alienazione e di mancanza di contatti. Forse è una visione post-apocalittica eccessiva, ma la notizia del programma britannico, non del tutto confermato e probabilmente da archiviare ad oggi come fantascienza, pone sul tavolo anche importanti questioni morali: davvero la tecnologia è diventata così onnipresente e semplice da usare?
Davvero, in fututo, sarà più semplice consultare una chiavetta USB collegata al proprio computer invece che consultare un medico?