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Si è parlato a lungo, nel corso degli ultimi mesi, della possibile introduzione da parte di Netflix di un modello di distribuzione basato sulla pubblicità. Le indiscrezioni si sono susseguite con una certa regolarità, in particolare con l’apparizione sul mercato di nuovi competitor come Disney+ e
Google, Facebook e Amazon sono tremendamente potenti nell’advertising online, poiché integrano moltissimi dati dalle più svariate fonti. Vi è un costo di business per fare tutto ciò, ma rende la pubblicità più orientata al target ed effettiva. Quindi credo che questi tre attori otterranno il massimo dal business della pubblicità online. […] Crediamo che sarà con il nostro modello di business che raggiungeremo più entrate, maggiori profitti e un più esteso market cap, poiché non ci esponiamo a qualcosa per cui siamo strategicamente svantaggiati – ovvero la pubblicità online – rispetto a questi tre attori.
Ci affidiamo a un modello di business molto più semplice, focalizzato sullo streaming e sul gradimento dei clienti.
Ancora, entrare nel mercato pubblicitario potrebbe esporre la piattaforma di streaming alle polemiche che stanno coinvolgendo altre compagnie, relative alla privacy degli utenti e al tracking delle loro attività, sempre più considerato invasivo:
Non raccogliamo nessuna informazione sugli utenti. Ci focalizziamo semplicemente sul rendere i nostri membri felici.