Ecco perché Netflix ha investito su The Crown

Netflix sbanca i Golden Globe grazie a The Crown, mentre Ted Sarandos spiega perché il gruppo abbia investito su questa serie: la Regina è universale.
Ecco perché Netflix ha investito su The Crown
Netflix sbanca i Golden Globe grazie a The Crown, mentre Ted Sarandos spiega perché il gruppo abbia investito su questa serie: la Regina è universale.

Due Golden Globe per inaugurare al meglio la settimana, in due delle categorie da sempre più ambite. È una più che meritata vittoria quella conquistata da Netflix, il colosso dello streaming a livello mondiale, all’ultima edizione dei famosi premi televisivi. Protagonista assoluta è stata “The Crown”, la serie dedicata alla Regina Elisabetta rilasciata lo scorso novembre, una produzione su cui Netflix avrebbe fortemente investito: sebbene le cifre non siano state ufficialmente confermate, da tempo si parla di ben 130 milioni di dollari per la prima stagione. Ted Sarandos, Chief Content Officer di Netflix, ha quindi deciso di spiegare perché il gruppo abbia voluto abbracciare questa scommessa senza riserve, scommessa poi rivelatasi vincente: oltre ai Golden Globe, “The Crown” ha infatti raccolto i favori entusiastici sia del pubblico e della critica.

Fare centro in due delle categorie più importanti dei Golden Globe, quella per la miglior serie drammatica e la migliore attrice in una serie drammatica, non è certo da tutti. In un universo televisivo dove le produzioni drammatiche superano di gran lunga gli altri generi, almeno dal punto di vista quantitativo, la concorrenza è infatti serratissima. Eppure, grazie a “The Crown”, Netflix ha scansato ogni competitor, rinnovando il proprio ruolo di piattaforma in grado di innovare non solo sulle tecnologie, ma soprattutto sui contenuti. Perché, tuttavia, scommettere così tanto sulla storia della Regina Elisabetta, tanto da superare veri e propri record in costi di produzione?

Così come riferisce Business Insider, a rispondere a questa domanda ci ha pensato nientemeno che Ted Sarandos, nel corso dell’ultima conferenza UBS di New York:

La Regina Elisabetta è probabilmente l’essere umano più famoso del Pianeta. Lo show funziona davvero perché racconta la storia della sua famiglia. Stranamente, ci si identifica.

Poche frasi che lasciano intravedere, o quanto meno ipotizzare, quali siano le strategie del gruppo per la scelta, o il rifiuto, di una produzione. Il fatto che la Regina Elisabetta sia universalmente riconosciuta garantisce, innanzitutto, l’accesso a un’utenza ampia e fortemente differenziata: “The Crown”, infatti, riesce a trascendere le fasce d’età fra gli spettatori, accendendo le attenzioni sia dei giovanissimi che, naturalmente, degli adulti. Inoltre, lo show è impostato per stuzzicare sapientemente le curiosità del pubblico: per quanto la Regina sia universale, Her Majesty ha sempre mantenuto un’elevata riservatezza sulla sua vita lontana dai riflettori, tanto che Buckingham Palace appare tutt’oggi una fortezza impenetrabile per una storia mai raccontata, salvo qualche ciclico gossip o scandalo di sorta. Nel tratteggiarne l’ambito più intimo, però, “The Crown” ha deciso di sposare una narrazione rispettosa che, per quanto comunque inevitabilmente romanzata, cerca di rimanere il più possibile vicino alla realtà storica, fatta di una raccolta certosina delle fonti e documenti dell’epoca. Se a questo si aggiunge l’attenzione nel ricostruire l’ambientazione, nel creare i costumi e nella scelta del cast, Netflix si è trovata con tutti gli ingredienti affinché la serie potesse diventare un grande successo, sin dalla fase di sceneggiatura.

Stando alle indiscrezioni, “The Crown” potrebbe estendersi sull’arco di sei stagioni, per coprire tutte le tappe fondamentali della vita della Regina. Sempre fonti non confermate sostengono come il cast verrà interamente cambiato ogni due anni, per riflettere alla perfezione il passare del tempo.

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