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Il 2018 da poco concluso è stato a dir poco soddisfacente per
Per il proprio report, PwC si è basata sul mercato statunitense, intervistando un campione rappresentativo di 2.016 utenti, di età compresa tra i 18 e i 59 anni e con un reddito annuo di almeno 40.000 dollari. Questa soglia è stata scelta per analizzare le reali possibilità d’accesso al mercato, quindi la possibilità di sottoscrivere abbonamenti via cavo, satellitari o in streaming. Dai dati è emerso come i sottoscrittori di servizi di visione tradizionali siano in calo – una riduzione dal 73 al 67% – mentre cresce esponenzialmente il ricorso alle piattaforme di streaming. Fra queste emerge Netflix, che nel corso dell’anno ha battuto le TV a pagamento raggiungendo una percentuale d’uso del 76%.
Gli spettatori possono oggi ricorrere a un nutrito nugolo di servizi, per creare il loro "nirvana" di visione. Tuttavia, vi è un limite massimo rispetto a quanti diversi servizi un consumatore abbia intenzione di pagare, anche in relazione al tempo a disposizione quotidiano per il consumo. Questo suggerisce come la crescita dei contenuti e delle piattaforme possa non essere sostenibile nel lungo periodo.
Oltre alla possibilità di guardare i propri contenuti quando desiderato, a spingere le piattaforme di streaming è anche l’esperienza d’uso. Ad esempio i servizi di raccomandazione, in particolare quelli basati sull’intelligenza artificiale, sembrano essere molto graditi dagli spettatori, normalmente in difficoltà nel trovare un contenuto adatto ai loro gusti negli enormi archivi di questi servizi. Non ha caso, oltre il 36% dei consumatori ritiene debbano essere implementate delle funzionalità più semplici per trovare contenuti da guardare, mentre solo il 21% ritiene che i servizi di streaming davvero riescano a identificare show e film che potrebbero risultare graditi al singolo abbonato.
Ancora, oltre il 50% del campione afferma di essere pronto a disdire un