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Tra gli astri che compongono la nostra galassia, Titano – il più grande satellite naturale di Saturno – ha da sempre affascinato gli scienziati. Nonostante si caratterizzi per una temperatura oltre i -180 gradi, la geografia complessa che vagamente ricorda la Terra così come la presenza di laghi di idrocarburi, potrebbero forse ospitare qualche forma elementare di vita. Ma come analizzarne la superficie? Con i droni, almeno stando a una recente idea targata NASA.
Sebbene la missione Cassini-Huygens abbia già coinvolto Titano, tra gli obiettivi target non vi è stata la ricerca di forme di vita. La NASA ha quindi intenzione di avviare una nuova spedizione, che non coinvolga direttamente personale umano ma macchine dalla sufficiente resistenza, anche per non soccombere alla particolare atmosfera del
Il primo di questi progetti è stato presentato dal Jet Propulsion Lab della stessa NASA: chiamato "Titan Aerial Daughtercraft”, prevede l’associazione di una struttura orbitante e di un piccolo

Mare di Kraken
La seconda idea è stata invece sviluppata dal Glenn Research Center e si basa su uno speciale sottomarino, in grado di esplorare in profondità il mare Kraken al polo nord del satellite, una grandissima estensione di liquidi che, almeno stando alle misurazione dei riflessi agli infrarossi sulla superficie, sarebbe ricca di idrocarburi come etano, metano e propano.
La strada è tuttavia ancora molto lunga. Le due proposte fanno infatti parte dell’Advanced Concepts Program, una raccolta di 12 idee innovative per la