Motorola, quel Droid 2 non è mai esploso

Motorola si difende dalle accuse lanciate da un giovane cliente ferito da un Droid 2, apparentemente esploso durante l'utilizzo
Motorola, quel Droid 2 non è mai esploso
Motorola si difende dalle accuse lanciate da un giovane cliente ferito da un Droid 2, apparentemente esploso durante l'utilizzo

«Il telefono non è esploso, ma era già rotto»: è questa la tesi con la quale Motorola prova a fare luce su una vicenda accaduta agli inizi di dicembre negli Stati Uniti, con un utente apparentemente ferito dall’esplosione di uno smartphone Droid 2. Un’esplosione che, raccontano i media interessatisi del problema fin dalla prima ora con forte eco, avrebbe causato una grave ferita all’incolpevole cliente, costretto a correre in ospedale per ricevere i dovuti soccorsi.

Il giovane Aron Embry ha presto esposto la propria vicenda denunciando l’accaduto con tanto di foto che sembrerebbero inchiodare il gruppo Motorola: un terminale dal display in frantumi e sporco di sangue, secondo Embry, sarebbe più che sufficiente per aver ragione nei confronti del colosso statunitense. La questione ha tenuto banco per diversi giorni in America, con Motorola nel mirino delle accuse per aver provocato danni fisici al ragazzo tramite uno smartphone difettoso. L’esplosione del device non sarebbe del resto una novità: vari produttori hanno già sofferto problemi similari in passato a causa di problemi in seguito identificati a livello della batteria.

La risposta della società non si è fatta attendere e giunge per mezzo di uno dei dipendenti coinvolti nello sviluppo del Droid 2. Il telefono sotto accusa, stando alle parole riportate dal portavoce Motorola, semplicemente non sarebbe mai esploso. Le lesioni all’orecchio del ragazzo sarebbero state provocate da un display scheggiato a causa di una caduta del dispositivo, del quale Aron Embry non si sarebbe evidentemente accorto e che sarebbe finito sciaguratamente a contatto con il suo volto. Gli unici componenti potenzialmente a rischio, continua Motorola, in caso di esplosione comporterebbero un malfunzionamento del dispositivo, che invece sembrerebbe essere ancora pienamente funzionante.

Non poteva mancare nelle dichiarazioni del gruppo la conferma della volontà di Motorola di «progettare, realizzare e testare i prodotti al fine di raggiungere o superare gli standard locali ed internazionali per la sicurezza dei clienti». L’azienda si preoccuperà ora di contattare il giovane ragazzo, ancora alle prese con i postumi dell’incidente, per verificare esattamente quanto accaduto.

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