/https://www.webnews.it/app/uploads/2010/12/motorola_droid_2.jpg)
«Il telefono non è esploso, ma era già rotto»: è questa la tesi con la quale Motorola prova a fare luce su una vicenda accaduta agli inizi di dicembre negli Stati Uniti, con un utente apparentemente ferito dall’esplosione di uno smartphone Droid 2. Un’esplosione che, raccontano i media interessatisi del problema fin dalla prima ora con forte eco, avrebbe causato una grave ferita all’incolpevole cliente, costretto a correre in ospedale per ricevere i dovuti soccorsi.
Il giovane Aron Embry ha presto esposto la propria vicenda denunciando l’accaduto con tanto di foto che sembrerebbero inchiodare il gruppo
La risposta della società non si è fatta attendere e giunge per mezzo di uno dei dipendenti coinvolti nello sviluppo del Droid 2. Il telefono sotto accusa, stando alle parole riportate dal portavoce Motorola, semplicemente non sarebbe mai esploso. Le lesioni all’orecchio del ragazzo sarebbero state provocate da un display scheggiato a causa di una caduta del dispositivo, del quale Aron Embry non si sarebbe evidentemente accorto e che sarebbe finito sciaguratamente a contatto con il suo volto. Gli unici componenti potenzialmente a rischio, continua Motorola, in caso di esplosione comporterebbero un malfunzionamento del dispositivo, che invece sembrerebbe essere ancora pienamente funzionante.
Non poteva mancare nelle dichiarazioni del gruppo la conferma della volontà di Motorola di «progettare, realizzare e testare i prodotti al fine di raggiungere o superare gli standard locali ed internazionali per la sicurezza dei clienti». L’azienda si preoccuperà ora di contattare il giovane ragazzo, ancora alle prese con i postumi dell’incidente, per verificare esattamente quanto accaduto.