Mondadori compra anobii, la community si interroga

La piattaforma di social reading è stata acquisita dalla casa editrice della famiglia Berlusconi. Ma il matrimonio fa storcere il naso alla community.
Mondadori compra anobii, la community si interroga
La piattaforma di social reading è stata acquisita dalla casa editrice della famiglia Berlusconi. Ma il matrimonio fa storcere il naso alla community.

La casa editrice più mainstream e ricca d’Italia e una storica piattaforma social di lettori. A dirla così, l’acquisizione di anobii da parte della Mondadori sembra una mossa quasi scontata, ma l’acquisizione annunciata stamani dall’azienda di Segrate, di proprietà della famiglia Berlusconi, non ha trovato grande entusiasmo da parte della community italiana, composta da 300 mila persone.

Anobii è senza dubbio il social reading più famoso in Italia, se non altro perché viene da lontano (in termini web), dal 2005, anno di nascita della startup nata a Hong Kong. Mondadori, da parte sua, continua nell’opera di rafforzamento tecnologico, che passa dall’ebook – con la diffusione dell’e-reader Kobo, dalle diverse piattaforme di lettura e self-publishing e ora con l’acquisizione di una piattaforma social, annunciata coerentemente con un tweet.

Nel comunicato stampa, la casa editrice, per voce di Ernesto Mauri, amministratore delegato, spiega le ragioni dell’acquisizione e anticipa le possibili critiche rassicurando gli utenti di anobii:

La nostra strategia di sviluppo nell’area libri si concretizza con un’operazione che ben ne rappresenta le caratteristiche: i lettori al centro. Una piattaforma che ci permetta di ascoltare le persone è fondamentale per la crescita del digitale nei libri e per la costruzione della casa editrice del futuro. Sono già previsti investimenti per una nuova fase in cui, in breve tempo, Anobii raggiungerà i più elevati standard tecnologici e sarà dotato delle risorse necessarie per lo sviluppo di nuove funzionalità al servizio degli utenti. I lettori, la loro passione per la lettura, il loro desiderio di condividere esperienze e suggerimenti resteranno al centro della piattaforma.

Da par suo, il fondatore Greg Sung benedice l’operazione:

La nostra missione è da sempre quella di dar vita a una comunità dove i lettori di tutto il mondo possano condividere, approfondire e alimentare la loro comune passione per la lettura e i libri. Con questo accordo abbiamo finalmente le risorse per portare avanti questa missione in modo ancora più incisivo. Presto vi racconteremo lo sviluppo del progetto e io sarò personalmente in Italia nei prossimi giorni per rispondere a tutte le domande e le curiosità. Se volete parlarne su Twitter, l’hashtag è naturalmente #anobii.


Le perplessità della community

Inutile nasconderlo, l’operazione non può che alimentare delle perplessità. Seguendo il dibattito su Twitter si capisce come alcuni si sentano traditi dal social, che fino ad oggi aveva resistito a tutte le offerte di acquisizione in Italia: purezza che tuttavia l’aveva destinata anche a una certa marginalità. L’autonomia della piattaforma, la sua neutralità viene dunque tradita, è in pericolo? Ed eventualmente in cambio di cosa? Il problema è simile a quello sollevato quando Amazon acquistò Goodreads e in fondo è proprio quel modello a ispirare la casa editrice italiana: dati della community come base per iniziative editoriali e integrazione totale tra contenuto, lettori, device di lettura. Le rassicurazioni non mancano: la Mondadori non vuole fare uno spezzatino della società, non ha intenzione di farne una vetrina di e-commerce: vorrebbe rilanciare la piattaforma in quanto social reading. Basterà attendere per scoprire se è vero.

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