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Se è vero che Cupertino è al lavoro su un qualche tipo di
È da tempo che si vocifera di un
"Apple ha deciso di tagliare un po’ della memoria, che in assoluto è la componente più costosa dell’iPhone (fino a un quarto del costo del dispositivo, secondo le stime di iSuppli). Con "un po’" della memoria intendiamo proprio TUTTA la memoria. L’iPhone Nano non avrà memoria onboard per conservare i media […]. Possiederà soltanto quella sufficiente a eseguirne lo streaming cloud."
Si tratta senz’altro di una ipotesi piuttosto inaspettata, che potrebbe rivoluzionare il modo in cui usiamo un telefono e che presenta indubbiamente tanti vantaggi ma altrettanti nodi gordiani da dirimere. Un iPhone che dipende da un server esterno per app e media è infatti estremamente vulnerabile all’assenza di connettività, uno scenario che nella vita di tutti i giorni non capita affatto di rado. La scelta del PC di casa come server principale per lo streaming, secondo
"Apple ci darà mai 100 GB ciascuno di storage cloud per ospitare la nostra musica, i backup e sincronizzare i dati? Sembra decisamente troppo. Ecco cosa credo che accadrà col servizio Mobile Me. Invece di tentare di fornire a ciascuno lo storage cloud, Apple potrebbe usare Mobile Me come il cervello del servizio. Lo storage effettivo avverrà sui nostri computer individuali. In effetti, nel cloud."
Si tratterebbe quindi di una tecnologia in grado di rendere obsoleta la sincronizzazione via cavo: tutti i nostri contenuti, dispositivi e computer sarebbero perennemente aggiornati in tempo reale. Purché ovviamente per ciascuno di essi sia sempre disponibile una connessione a Internet, e questa è probabilmente la pecca più grossa dell’intera visione cupertiniana.