Per Aol, che ha avviato una causa di fronte ad una corte federale del distretto di Columbia, la situazione vedrebbe Microsoft impegnata a diffondere il proprio software Explorer ai danni di Netscape in maniera aggressiva e quindi illegale. Infatti il colosso di Redmond avrebbe spinto i produttori di Pc a scegliere di installare Explorer invece di Netscape (fino a pochi anni fa il ‘browser’ piu’ diffuso per Internet).
L’accusa sostiene che «Dal 1995 Microsoft ha cominciato, con una serie di atti illegali, la distribuzione del suo Internet Explorer ai danni di Netscape». In quella data, difatti l’azienda di Bill Gates ha iniziato ad integrare gratuitamente il proprio browser con il sistema operativo di quel momento, Windows 95. Aol Time Warner chiede dunque di fermare le iniziative di Microsoft in tal senso ed un ingente risarcimento per i danni provocati in questi anni a Netscape. "Questa azione legale e’ un tentativo di ottenere giustizia", ha commentato uno dei manager di Aol, John Buckley. Questo tentativo nasce inevitabilmente dalla decisione del 28 giugno scorso che ha dichiarato Microsoft colpevole di abuso di posizione dominante.
Ma a quanto pare la nuova accusa di abuso di posizione dominante mossa da Aol non rientra nei temi trattati dalla Corte, come ha affermato il giudice Colleen Kollar-Kotelly, titolare del caso Microsoft, gelando così le richieste di risarcimento avanzate da Aol e quindi il tentativo di inserirsi nel "processone" storico non avrà seguito. Ma Microsoft non è rimasta in silenzio di fronte alle nuove accuse ed ha rilanciato affermando che AOL sosterrebbe di nascosto i suoi rivali. Del resto è recente la
Ancora guai quindi per Microsoft, tenendo conto della causa ancora aperta con nove stati degli Usa per l’accusa di monopolio, e nonostante, grazie ai buoni rapporti con l’amministrazione Bush di cui Bill Gates è un grande sostenitore, altri nove stati dell’Unione abbiano rinunciato a proseguire la causa. Il giudice Colleen Kollar-Kotelly inoltre ha respinto la richiesta di Microsoft di far svolgere le udienze preliminari che si terranno a partire dall’11 marzo, a porte chiuse, a meno che Microsoft non dimostri che nel corso delle deposizioni verranno rivelate informazioni riservate. La richiesta era stata avanzata dopo che alcuni avvocati del "Times" e del "Washington Post" avevano manifestato l’intenzione di assistere alle deposizioni.
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