A quanto pare in questo momento Microsoft è intenzionata a conservare le posizioni più che a muovere incursioni vere e proprie contro i nemici; dopo le scaramucce a suon di miliardi
, in quest’ottica sembra essere anche l’ultima azione intrapresa contro il mondo open source, contro
in particolare.
L’accusa lanciata dalle
da Steve Ballmer, amministratore delegato del gigante di Redmond, è di quelle destinate a “far male”: 235 sarebbero i brevetti di Microsoft violati da Linux e dai software in esso distribuiti (Openoffice ed altri).
L’avvocato difensore di Linux, Eben Moglen, ostenta sicurezza nel poter dimostrare il contrario presso la Corte Suprema, che però non si è mai espressa in merito. D’altra parte, a sostegno del software libero ci sono colossi altrettanto potenti quali IBM, Sony, Philips, Novell e NEC.
Insomma, un altro conflitto è in atto ed è giusto che si tutelino i diritti d’autore sempre e comunque, basta che queste rivalse non siano solo prese di posizione a priori contro una filosofia di sviluppo che significa emancipazione e crescita per piccoli e medi utenti economicamente impossibilitati a utilizzare il software a pagamento.