Microsoft vorrebbe veder affossato il trademark registrato da Apple sul nome “App Store”. Secondo i legali di Redmond, infatti, il termine “App Store” è troppo generico per poter essere registrato ed agli effetti va a limitare le possibilità di scelta delle altre aziende nel descrivere le proprie stesse creazioni. Secondo Microsoft, insomma, la registrazione della proprietà sul marchio va respinta poiché occupante uno spazio comune su cui Apple non dovrebbe poter paventare alcun diritto.
L’idea di fondo è quella per cui sia entrambi i nomi che la loro combinazione sono termini di uso comune e pertanto comunemente utilizzabili ed utilizzati. “App” è ampiamente usato per indicare il mondo delle applicazioni, mentre “store” significa negozio. “Negozio di app” è considerato pertanto un nome comune che nessuno dovrebbe avere il diritto di far proprio. A sostegno della propria tesi Microsoft apporta anche un caso precedente: lo U.S. Patent and Trademark Office ha a suo tempo respinto il trademark “The Computer Store” poiché generico e non utilizzabile pertanto ai fini della proprietà del marchio.
Microsoft si trovò di fronte ad un caso simile negli anni passati quando il fu “Lindows” contestò a Microsoft la proprietà del termine “Windows” poiché generico (“finestre”). In quel caso la registrazione del marchio fu però autorizzata poiché la parola era sì di uso comune, ma il suo utilizzo in un ambito differente ne rendeva possibile l’identificazione univoca senza confusione alcuna. “Lindows” diventò “Linspire” e Windows conservò la propria nomenclatura storica.
Microsoft aggiunge inoltre alla propria documentazione una dimostrazione ulteriore. Trattasi di una tabella con la quale il gruppo palesa il modo in cui la concorrenza Apple ha dovuto dribblare i termini “App Store” utilizzando neologismi e descrizioni alternative per spiegare le proprie rispettive offerte:
Non solo. Lo stesso Steve Jobs in una intervista avrebbe fatto riferimento ai marketplace altrui descrivendoli genericamente come “app store”, cosa che nessun altro avrebbe potuto fare senza incappare nelle maglie legali di Cupertino. Le argomentazioni dei legali snocciolano inoltre come tutta la stampa specializzata utilizzi comunemente “app store” per descrivere qualsivoglia negozio di applicazioni e come già molti gruppi avessero utilizzato da tempo i termini medesimi nel proprio nome a descrizione della propria attività.
La denuncia Microsoft è chiaramente capziosa, ma si basa su assunti di un certo spessore ed argomenti che mettono in luce un teorema chiaro e dimostrabile. La parola passa pertanto allo U.S. Patent and Trademark Office, il quale dovrà stabilire se di App Store ce ne potranno essere uno, nessuno o centomila.