Microsoft, problemi di cloud

Il servizio BPOS di Microsoft dedicato alle aziende ha subito alcuni down nei giorni scorsi, rendendo inutilizzabile la posta elettronica per i clienti.
Microsoft, problemi di cloud
Il servizio BPOS di Microsoft dedicato alle aziende ha subito alcuni down nei giorni scorsi, rendendo inutilizzabile la posta elettronica per i clienti.

Un incidente di percorso rischia di costare caro a Microsoft: il servizio Business Productivity Online Suite (BPOS) di Redmond, dedicato alla gestione di servizi online quali la posta elettronica in ambito aziendale, ha subito infatti alcune interruzioni nei giorni scorsi a causa di alcuni problemi nella gestione del traffico email da parte di uno degli hub statunitensi.

In molti hanno evidenziato come quest’ultimo sia stato soltanto l’ennesimo caso di disservizi da parte di Microsoft, con BPOS fuori uso già in altre occasioni, a volte per giorni interi. Dave Thompson, vice presidente del reparto relativo ai servizi online di Redmond, in una nota ufficiale ha ammesso le responsabilità proprie e del team che cura lo sviluppo di BPOS, porgendo le proprie scuse per un’interruzione che ha causato non pochi disagi all’utenza aziendale, costretta a fare a meno della posta elettronica per diverse ore.

A causare i disservizi sono stati ben tre problemi, ognuno dei quali giunto a seguito della correzione del precedente, con conseguente accumulo di posta elettronica in attesa di invio: in alcuni casi sono state necessarie dalle 6 alle 9 ore per l’invio di un messaggio, con oltre 1 milione e mezzo di email accumulate durante il periodo di inattività del servizio. A peggiorare la situazione è sopraggiunto poi un problema nella risoluzione dei DNS relativi ad uno dei domini Microsoft utilizzati per l’accesso ai servizi in Rete, di fatto irraggiungibili per alcune ore, fino all’intervento degli ingegneri del team BPOS.

Un chiaro danno, dunque, per l’utenza aziendale Microsoft, che fa della posta elettronica il principale mezzo di comunicazione con l’esterno e necessita di un servizio sempre attivo ed efficace (peraltro pagato 8.52 euro/utente/mese). La società di Redmond è consapevole del disagio causato, con Thompson che ha promesso informazioni che giungeranno con maggiore tempestività rispetto a quanto accaduto in questa occasione. Il gruppo potrebbe inoltre risarcire i clienti business con crediti da utilizzare in futuro per l’acquisto di ulteriori servizi.

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