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Los Angeles – Alla Professional Developer Conference 2009 (
Azure,
Si potrà decidere anche dove far risiedere la propria applicazione. Ai centri dati americani già noti, Chicago and San Antonio, se ne aggiungeranno a partire dall’inizio del prossimo anno altri quattro, collocati in Europa (Dublino e Amsterdam) e in Asia (Hong Kong e Singapore).
E non si dovranno utilizzare, per sviluppare queste applicazioni, solo tecnologie Microsoft. Azure offre supporto anche per applicazioni in PHP, Ruby, Java e permette di progettare servizi basati sul database MySQL o sul web server Apache o sviluppati con Eclipse. Per celebrare la filosofia "aperta" della piattaforma sul palco è salito Matthew Mullenweg, il creatore della nota piattaforma di blog WordPress, una delle applicazioni open source in Php più utilizzate al mondo.
Dal supporto a PHP e MySQL, alla rinuncia al software in scatola: ce n’è abbastanza per far sembrare Azure quasi un sovvertimento di ciò che Microsoft ha rappresentato fino ad oggi. In realtà è un rilancio e una scommessa. Durante la presentazione Ozzie ha più volte citato il suo punto di vista sullo scenario futuro dell’informatica, sintetizzato nel motto "three screens and the cloud": le applicazioni e le infrastrutture sono disponibili online (the cloud) per essere poi raggiungibili sui tre dispositivi (three screens) che tutti usiamo: il Pc, il telefono cellulare e la televisione. Tutte, ci si aspetta, a marchio Windows.
Inoltre Azure non prevede nel suo DNA l’abbandono completo del software per desktop, ma lo integra e lo espande. Durante la presentazione è stato annunciato anche Appfabric, una soluzione che consente agli sviluppatori di "spostare" facilmente le applicazioni che risiedono sui server aziendali a quelle che risiedono in the cloud. Con Azure, in altre parole, si può scrivere una sola applicazione e poi decidere se installarla in locale o online, modificando poche righe di codice e senza doverla riprogettare quasi per intero.
Con Sydney inoltre, un’altra tecnologia introdotta in questa PDC, è possibile connettere le applicazioni locali con le applicazioni in the cloud: se, ad esempio, un’applicazione locale dovesse avere bisogno di più risorse in un determinato momento della giornata, o se dovesse risultare irraggiungibile, basterebbe dirottare il traffico verso la stessa applicazioni su Azure senza dover sostenere i costi di avere due server sempre accesi.
Ma una piattaforma del genere deve anche permettere di arricchirsi con servizi e servizi, come se fossero applicazioni da installare comunemente sul nostro desktop.
I prezzi di Azure si basano su diverse componenti che variano al variare della potenza del server (Windows Azure), della capacità del database (Sql Azure) e delle operazioni compiute (AppFabric). Nella tabella sottostante sono riportati i prezzi, disponibili per esteso anche sulla pagina di
Windows Azure | Prezzo |
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Operazioni di calcolo | $0,12 / ora |
Spazio su disco | $ 0,15 / GB |
Transazioni dell’applicazione | $ 0,01 ogni 10 mila |
Banda | $ 0,10 in / $0,15 out / GB |
Sql Azure | Prezzo |
Web Edition (fino a 1 GB di dati ) | $9,99 / mese |
Business Edition (fino a 10 GB di dati ) | $99,99 / mese |
Banda | $0,10 in / $0,15 out / GB |
Azure Appfabric | Prezzo |
Messaggi | $0,15 ogni 100 mila |
Banda | $0,10 in / $0,15 out / GB |