Microsoft contro Google: tutti vogliono il Dr. Lee

Kai-Fu Lee ha scelto di lasciare Microsoft per approdare in Google, ove lo aspetta un ruolo di massimo rilievo in un nuovo centro di ricerca in Cina. Microsoft non ci sta e denuncia sia Google che Lee per difendere la propria proprietà intellettuale
Microsoft contro Google: tutti vogliono il Dr. Lee
Kai-Fu Lee ha scelto di lasciare Microsoft per approdare in Google, ove lo aspetta un ruolo di massimo rilievo in un nuovo centro di ricerca in Cina. Microsoft non ci sta e denuncia sia Google che Lee per difendere la propria proprietà intellettuale

Un nuovo dipendente Microsoft passa a Google, ma stavolta il caso non passa sotto silenzio: una denuncia è prontamente partita da Redmond contro le parti in causa ed il tutto lascia presupporre il grave pericolo che la fuga di cervelli può rappresentare per il gruppo di Gates.

Il nome al centro della vicenda è Kai-Fu Lee, elemento di spicco nella catena produttiva Microsoft fin dal 1998. L’abbandono dell’ufficio di Redmond e l’immediato passaggio a Google è ben motivato: il motore di ricerca ha appena comunicato l’apertura di un centro di ricerca in Cina (Beijing) e Lee ne sarebbe il massimo responsabile.

L’entità del pericolo ravvisato da Microsoft è formalizzata da un apposito comunicato in cui si spiegano le ragioni dell’azione legale: il gruppo intende semplicemente assicurarsi che il passaggio di Lee non rappresenti un danno per l’azienda di Redmond e per i propri azionisti (con esplicito riferimento ai pericoli per la propria proprietà intellettuale), ed intende dunque accertare le buone intenzioni di Google ed i possibili comportamenti non regolamentari dell’ex-dipendente. Nella fattispecie Lee sarebbe accusato di essere venuto meno agli accordi intrapresi con Microsoft nel 2000 e Google avrebbe avuto la colpa di aver assistito ed appoggiato Lee nella sua “fuga”.

In precedenza un altro dipendente aveva saltato lo stesso fossato ma la vicenda era passata sotto maggiore silenzio: quando Marc Lucovsky passò a Google, infatti, non era ben chiaro il ruolo dello sviluppatore e le uniche voci che poterono trovare minimo credito furono semplici ipotesi legate al fantomatico GoogleOS, il sistema operativo firmato da Larry Page e Sergey Brin. Nulla a tal proposito ha mai trovato conferma e Lukovsky è scomparso dalle cronache lasciando praticamente in bianco anche il proprio blog.

David Crane, portavoce Google, giudica «priva di merito» la denuncia Microsoft: «Google sta diventando il miglior posto di lavoro al mondo per i grandi innovatori. Siamo eccitati di avere il Dr. Lee in Google […] ci batteremo vigorosamente contro questa causa […] e daremo pieno supporto al Dr. Lee».

WebProNews suggerisce alcuni possibili finali alla vicenda: una negoziazione preventiva potrebbe evitare di portare il caso in tribunale; oppure Microsoft potrebbe avere la meglio spuntando ingenti cifre alla controparte; oppure ancora, più semplicemente, Lee potrebbe diventare un disoccupato d’eccellenza. Sicuramente siamo solo alla prima puntata di una stuzzicante telenovela.

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