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A distanza di poche settimane dall’
Per dimostrare il proprio impegno e per recuperare terreno nell’importante settore dell’interoperabilità, Microsoft ha
L’operazione avviata da Microsoft fa presupporre un impegno sempre più concreto in tema di interoperabilità da parte del colosso dell’informatica, spesso aspramente criticato per aver creato ostacoli e barricate alla concorrenza con formati proprietari difficilmente utilizzabili su altre piattaforme. Per la prima volta, Redmond ha rilasciato una mole senza precedenti di dati tecnici dei principali protocolli proprietari utilizzati in Office 2007, Exchange 2007 e SharePoint Server 2007. Un importante passo in avanti, che potrebbe consentire ai produttori di terze parti di concepire e sviluppare nuove soluzioni software maggiormente compatibili e interoperabili con i programmi proprietari di Microsoft. Il rilascio delle informazioni su SharePoint Server potrebbe portare presto a versioni compatibili con Linux, sistema che fino ad ora non aveva potuto usufruire dei servizi offerti dalla piattaforma Microsoft.
Redmond ha anche messo a disposizione degli sviluppatori circa 5000 pagine di informazioni sui file in formato binario delle versioni di Office precedenti alla 2007. Si tratta, nella maggior parte dei casi, di documenti inediti che potranno rendere ancora più precisa e circostanziata la lettura di un medesimo formato su piattaforme differenti, proprietarie e non, senza bug o la perdita di formattazione e informazioni aggiuntive.
La società di Redmond ha infine ribadito il proprio impegno nello sviluppo di soluzioni maggiormente interoperabili, confermando l’intenzione di rendere i suoi software maggiormente compatibili con gli applicativi della concorrenza. Gli sviluppatori di Microsoft sono dunque al lavoro per creare nuovi applicativi in grado di tradurre correttamente il formato OOXML nel sempre più diffuso standard ODF (Open Document Format) e nello UOF (Uniform Office Format). Alcune delle informazioni fornite da Microsoft sono naturalmente coperte da brevetti e licenze proprietarie, ma il colosso dell’informatica si è impegnato a non richiedere il pagamento dei diritti a quelle società OpenSource che utilizzeranno le informazioni per creare e distribuire software con fini non strettamente commerciali.