/https://www.webnews.it/app/uploads/2012/04/megaupload.jpg)
Il problema nasce proprio da questo cavillo e cioè dalla mancata consegna dei documenti giudiziari contro l’azienda, un vizio di procedura grave che ha stoppato il processo in atto.
L’Fbi si difende asserendo che Megaupload, a livello di società, è controllata al 68% da Kim Dotcom e dunque sono da considerarsi la stessa cosa, ma per i giudici Neo Zelandesi le leggi sono leggi e devono essere rispettate.
Questa svista potrebbe dunque costare caro alle autorità americane, da tempo smaniose di chiudere velocemente questa faccenda e di far condannare Megaupload e Kim Dotcom.
Ma anche se questi documenti arrivassero, una società non è estradabile e dunque non potrebbe mai rientrare nella sfera di competenza della giurisdizione americana, come dire che forse tutto l’operazione Megaupload è stata un po’ forzata e doveva essere ripensata per avere validità legale.
Ma se l’Fbi si trova in una posizione di forte imbarazzo per questo pesante errore sul caso Megauplod, dall’altra parte, i legali di Kim Dotcom stanno sfruttando l’occasione per sottolienare nuovamente non solo l’innocenza del loro assistito ma che tutto il caso Megaupload è stato montato solo per questioni politiche…
Ma quello che è sicuro davvero è che ne vedremo ancora delle belle, il processo più clamorso dell’era di Internet è ancora tutto da scrivere.