Gli errori delle Mappe di iOS continuano a tenere banco tra le lamentele degli utenti, nonostante siano stati notevolmente ridotti con il rilascio del recente iOS 7. E il malcontento si è ben presto trasformato in una class action, di cui danno notizia TUAW e Patently Apple. Il tentativo di rivalsa legale, però, rischia di tramutarsi in un buco nell’acqua.
I pregressi sono ormai ben noti: al lancio delle Mappe Apple con iOS 6, quando il gruppo di Cupertino ha deciso di lasciare i servizi Google, molti utenti si sono imbattuti in segnaletiche stradali del tutto erronee. In Australia, ad esempio, alcuni turisti sono stati dirottati nel bel mezzo del soffocante deserto, mentre in Alaska agli automobilisti è stato consigliato di immettersi nientemeno che su una pista di rullaggio di un aeroporto. Così qualcuno ha ben pensato di far causa a Cupertino, però con le motivazioni sbagliate. Anziché protestare per il disservizio, si accusa il gruppo sulla garanzia.
La mela morsicata è accusata di pubblicità ingannevole e di rifiuto di sostituire device non funzionanti in garanzia: secondo la class action, Apple sostiene di vendere gli iDevice “privi di difetti di produzione” e di sostituire, pertanto, i terminali non pienamente allineati a questa dichiarazione. Le informazioni fallaci delle mappe sarebbero di conseguenza, e sempre a detta degli accusanti, una violazione al contratto che Apple stipula implicitamente con il cliente all’acquisto di un dispositivo con la mela morsicata.
«L’accusato ha infranto i suoi obblighi di garanzia non consentendo la restituzione del prezzo d’acquisto dei device Apple non giudicati soddisfacenti dai clienti, e non acconsentendo alla sostituzione gratuita dei dispositivi dotati delle applicazioni Apple Maps non funzionanti.
L’infrazione della garanzia da parte dell’accusato è diventata per i difesi un fattore sostanziale di perdita economica e di altri generali e specifici danni conseguenti.»
Vi è però un dettaglio del tutto trascurato nella causa: la garanzia è intesa e si applica sull’hardware, non sul software. Di conseguenza, se i device contestati non hanno presentato alcun malfunzionamento a livello di componenti – schermo, batteria, connettività, chip e quant’altro – Apple non è tenuta alla sostituzione gratuita. Inoltre, il ricorso alle Mappe di iOS non è esclusivo: in nessun caso la Mela ha vietato l’installazione di sistemi alternativi – dalle stesse Google Maps presenti su App Store così come le centinaia di altri navigatori in download sia libero che a pagamento – non limitando il desiderio degli utenti di ricorrere a sistemi più affidabili qualora l’avessero ritenuto necessario. In altre parole, è molto probabile che questa class action si traduca in un nulla di fatto.