Manovra finanziaria Monti: il Web in rivolta

Il decreto finanziario del governo Monti sta già alimentando molti dibattiti in Rete, tra critiche, confronti e naturalmente ironia.
Manovra finanziaria Monti: il Web in rivolta
Il decreto finanziario del governo Monti sta già alimentando molti dibattiti in Rete, tra critiche, confronti e naturalmente ironia.

La manovra finanziaria Monti da 30 miliardi è uscita dal Consiglio dei Ministri e il governo Monti si appresta a sottoporla al Parlamento. Un decreto salva Italia che non ha tradito i timori di molti: sarà lacrime e sangue, e sul Web si moltiplicano commenti e battute a riguardo.

I punti fondamentali del decreto di Mario Monti si possono dividere in due grandi aree: i sacrifici per la gente comune; le tasse e i tagli per recuperare denaro. Nella prima rientrano la reintroduzione dell’Ici sulla prima casa e l’aumento dell’età pensionabile col passaggio al contributivo per tutti; nella seconda, l’aumento dell’Iva, il prelievo una tantum sui capitali scudati, una tassa sui beni di lusso e l’imposta sui titoli e prodotti finanziari, la cancellazione delle giunte provinciali e la riduzione dei consiglieri.

A queste si aggiungono incentivi allo sviluppo come la deducibilità totale dell’Irap, l’aumento del fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, le liberalizzazioni delle attività commerciali. E contro l’evasione un provvedimento di cui si è parlato molto: la tracciabilità sopra i mille euro.

Naturalmente sul Web trovano particolare rilievo le lacrime, più che il sangue, ovvero i sacrifici che hanno portato il ministro Elsa Fornero, titolare di Lavoro e Pensioni, a commuoversi durante la conferenza stampa di ieri sera, mentre spiegava la ragione di uno dei provvedimenti più dolorosi: la deindicizzazione delle pensioni sopra i mille euro, ovvero quegli assegni non calcoleranno più l’adeguamento Istat, il costo della vita. Un momento che è già diventato virale su Internet, con parodie, fotomontaggi e battute divertenti, come il tweet di Spinoza che recita:

«La Fornero piange descrivendo la manovra finanziaria. Era la versione per non udenti.»

Basta seguire l’hashtag #monti o #manovra per leggere migliaia di tweet, dove si notano atteggiamenti differenti: c’è chi difende la necessità di fare sacrifici, oppure, pur criticandoli, assume un atteggiamento fatalista, come @Silvia_BB che scrive «la manovra è dura, era facile immaginarlo…credevate davvero che #Monti avrebbe fatto un miracolo?»; c’è invece chi proprio non ci sta e critica fortemente questi provvedimenti considerandoli iniqui. Per @lucadido si tratta di «un’occasione persa».

Per finire, c’è chi ricorda la questione dell’agenda digitale. @MarcoMenu sottolinea che «almeno una parolina per lo sviluppo digitale Passera poteva metterla. Invece pare proprio non ci abbia pensato».

Se Twitter è un formidabile acceleratore di notizie, con la sua capacità di concentrare e diffondere contenuti e pensieri individuali verso macroaree collettive, Facebook è una cartina di tornasole della reazione delle persone verso questa notizia e mostra anche le prime forme di organizzazione del pensiero (e a volte dell’azione) rispetto a qualunque novità. Basta cercare notizie, post, sondaggi per scoprire un atteggiamento che a una prima occhiata sembra decisamente più avverso. Molti post ricordano il suo rapporto con le banche, o con la massoneria e la pagina “Mario Monti non è il mio premier” sta aumentando gli iscritti.

Tutti però sono concordi: sicuramente verrà votata, perché i partiti non hanno la forza di contrastare questa manovra finanziaria, anzi, sono intimamente sollevati dal fatto che sia qualcun altro a chiedere questi sacrifici ai cittadini.

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