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Trattasi di un doppio problema perché il rifiuto non riciclato inquina sia la terra che l’acqua. Applicando un modello circolare, invece, è possibile arrivare a riutilizzare questi rifiuti, riciclandoli e contestualmente si riesce a diminuire l’utilizzo di nuove materie prime. Eni ha deciso di iniziare ad applicare questo modello all’interno della propria attività in alcune sue prime raffinerie che sono diventate green. Per farlo, ha investito oltre 5 miliardi di euro nella ricerca che è il baricentro dell’economia circolare perché per trasformare il rifiuto in qualcosa di diverso c’è bisogno di nuovi strumenti e quindi di molta ricerca.
Grazie alla ricerca, Eni è in grado di utilizzare oli di scarto come l’olio del fritto per produrre olio combustibile. Un ciclo virtuoso che permette di prelevare olio inquinante per trasformarlo in un prodotto riutilizzabile, green ed utile.
Eni ha realizzato anche una tecnologia in grado di trasformare i rifiuti organici in olio combustibile. L’azienda italiana, inoltre, si vuole aprire ai maker e alle statup per trovare nuove idee per lavorare all’evoluzione del suo progetto di economia circolare.
Italia che è molto ben posizionata in Europa sul tema dell’economia circolare come ha evidenziato un recente studio.
Tra gli esempi di economia circolare portati alla fiera, quello di Raffaele Imbò che ha realizzato una barca reale utilizzando come materiale oltre 1000 bottiglie di plastica.