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A partire dalla
Tutti molto attenti all’utilizzo di caratteri grandi perché siano ben visualizzati sullo schermo del televisore, presentano nella maggior parte dei casi una semplicità di architettura e un’immediatezza di utilizzo. Se diamo un’occhiata a
In generale, però, nel web 2.0 si stanno forse dimenticando gli standard di usabilità professati dai più grandi guru della rete. A dirlo è appunto uno dei maggiori esponenti delle regole sull’usabilità
I tool sociali e personalizzabili (troppi a suo avviso) rischiano di risultare patinati e inefficaci poiché dimenticano le basi fondamentali dell’usabilità: facilità di utilizzo, ricerca interna, uso di un linguaggio naturale, applicazione dei test di usabilità, progettazione dell’architettura precedente alla fase di realizzazione.
Il discorso è generale e non vuole puntare il dito su alcuna piattaforma in particolare, ma una nota di demerito arriva per lo UGC (user generated content). Nielsen sostiene, infatti, che solo un numero ristretto di utenti fanno uso dei diversi tool sociali presenti nei siti:
Le persone vogliono solo navigare tra i siti, entrare e uscire dalle pagine. Le aziende web invece accontentano la minoranza che interviene socialmente, rendendo i siti meno facili di usare per la stragrande maggioranza degli utenti
Di certo oggi la partecipazione on-line è ancora scarsa rispetto alla totalità della popolazione, ma non possiamo negare che la tendenza si orienta sempre più verso il coinvolgimento di neofiti e la partecipazione di massa perché la voglia di comunicare non è mai abbastanza appagata.
Aggiunta: Da segnalare doverosamente la
OK Nielsen may have a point if we used MySpace as an example, because it is true that MySpace is not overly usable – its design is crowded and cluttered. But it works… unlike boo.com!