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La Commissione Europea non è assolutamente contenta dell’atteggiamento e delle politiche di iTunes, il music store Apple. Ma questa volta nel mirino delle critiche non ci sono le restrizioni che la casa di Cupertino applica alla musica distribuita (il «walled garden» verrà limitato dal nuovo
Tutto nasce da un’inchiesta stimolata nel 2005 da un gruppo di difesa dei consumatori inglese che si chiedeva come mai nel Regno Unito comprare un brano musicale su iTunes costasse di più che altrove. L’iTunes store britannico infatti vende canzoni per 79p contro i 0.99 euro (che equivalgono a 69p) della gran parte dei negozi virtuali Apple europei, compreso quello italiano.
Jonathan Todd della commissione europea
La difesa di Apple non tarda a farsi sentire e, come già è capitato in passato per altre accuse, si basa più che altro sul fatto che essendo iTunes un negozio musicale è soggetto alle volontà e alle regole imposte dalle grandi major. Il comunicato ufficiale diramato dalla società recita così: «Apple ha sempre tentato di realizzare un unico musicstore pan-Europeo accessibile da qualsiasi stato membro. Ma le etichette musicali e gli editori ci hanno confermato che esistono dei limiti legali ai diritti che ci potevano garantire».