L’Italia intende combattere l’antisemitismo, ma una nuova risoluzione specifica come la battaglia debba essere focalizzata sulla rete poiché è tramite i canali liberi del Web che il razzismo sta trovando nuove forme d’espressione.
Il testo è stato portato avanti da Fiamma Nirenstein (Pdl), vicepresidente della Commissione Esteri e presidente del comitato di indagine conoscitiva sull’antisemitismo. Nei giorni scorsi il provvedimento è stato discusso presso la Commissione e se ne è usciti con un voto all’unanimità. Spiega la Nirenstein: «La risoluzione impegna il governo a siglare il Protocollo Addizionale alla Convenzione di Budapest sulla cybercriminalità, che riguarda i reati di tipo razzista e xenofobo commessi attraverso sistemi informatici. Il Protocollo consente il coordinamento internazionale degli investigatori nelle indagini su tali crimini, facilitando l’applicazione della Legge Mancino sul contrasto della discriminazione razziale, etnica e religiosa. Con l’adozione di questo Protocollo sarà possibile scavalcare i limiti dei nostri confini».
La commissione apre insomma a nuovi strumenti repressivi per andare a sgonfiare le sacche razziste che online potrebbero trovare terreno fertile per portare avanti ideali e proselitismo: «L’Osservatorio sull’Antisemitismo del Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea (CDEC) ci fa notare, con il suo nuovo rapporto uscito in questi giorni, che dal 2007 al 2010 i siti italiani “con significativi contenuti antiebraici” sono quasi raddoppiati rispetto al quadriennio precedente». Dato, peraltro, condiviso con Germania ed Austria, ove il fenomeno si fa ugualmente grave: «Se, secondo i dati del Ministero dell’Interno, nel 2008 sono state registrate 800 pagine con contenuti antiebraici (siti, social network e gruppi di discussione), nel 2009 erano 1200 e nel 2010 sono ancora aumentati».