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La giornata mondiale per la libertà d’espressione online indetta per il primo anno da Reporters Sans Frontières si è svolta con successo ma senza l’appoggio dell’UNESCO, l’agenzia delle Nazioni Unite incaricata di gestire l’educazione scientifica e culturale. Una ritiro avvenuto all’ultimo minuto che ha provocato una certa irritazione e secondo i protestanti è stato motivato dalle pressioni esercitate dai cosiddetti "stati nemici".
L’evento è stato una 24 ore di protesta in nove spazi pubblici virtuali allestiti come nove piazze Tienammen, cioè luoghi rappresentanti degli omologhi reali presenti in paesi dove le libertà sono limitate. Chiunque poteva loggarsi, assumere un avatar e rimanervi connesso per manifestare il proprio assenso alla causa. Oltre 5.000 persone hanno scelto di aderire ad una simile forma di protesta.
Oltre alla protesta in occasione della prima giornata della libera espressione online Reporters Sans Frontiéres ha anche presentato la
Oltre ai nemici però esistono anche le nazioni sotto osservazione, cioè paesi dove magari i blogger non sono imprigionati e la censura non è metodica ma comunque capitano episodi di repressione della libertà d’espressione online. Secondo Reporters Sans Frontières sono 62 i cyber-dissidenti in galera in tutto il mondo e più di 2.600 siti, blog e forum sono stati chiusi o bloccati solo l’anno scorso.
Infine è stata messa online anche una nuova versione del