La contrapposizione tra Apple e l’FBI potrebbe essere solo apparentemente conclusa. Qualche giorno fa, infatti, l’agenzia governativa statunitense ha deciso di
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legale aperta con Cupertino, in merito allo sblocco di un iPhone 5C utilizzato per la sparatoria di San Bernardino. A seguito della ferma opposizione di Apple, l’FBI ha infatti ottenuto supporto tecnico da un soggetto terzo al momento non del tutto noto, in grado di effettuare l’accesso al device anche senza l’aiuto della mela morsicata. Ora la vicenda sembra ripetersi: secondo quanto riportato dall’Associated Press, l’agenzia governativa sarebbe pronta ad aiutare un
pubblico ministero dell’Arkansas nell’accesso a un iPhone e un iPod implicati in un caso di omicidio.
I contorni della vicenda sono ormai ampiamente noti: qualche settimana da, un giudice californiano ha richiesto ad Apple di fornire adeguata assistenza tecnica all’FBI, affinché si potesse accedere a un iPhone 5C utilizzato da un’attentatore della sparatoria di San Bernardino. Da
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in poi, tuttavia, Apple non conserva le chiavi di crittografia personali degli utenti, quindi la stessa azienda non può accedere alle informazioni sensibili dei propri clienti. Di conseguenza, l’FBI ha richiesto una
modifica del firmware per rimuovere i
limiti al numero di password errate consecutive del dispositivo, così da tentare un accesso brute-force. Possibilità a cui Apple
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, per timore che la creazione di una backdoor potesse mettere a repentaglio la privacy di tutti gli utenti, compromettendo la legittima sicurezza dei loro dati. Dopo diversi giorni di botta a risposta, con le altre aziende tecnologiche pronte a schierarsi a favore di Apple,
l’FBI ha rinunciato al caso, poiché riuscito ad accedere autonomamente allo smartphone in questione grazie all’aiuto di un soggetto terzo.
Stando alle fonti statunitensi, un pubblico ministero di Faulker County, in Arkansas, avrebbe in questi giorni richiesto aiuto all’FBI, per sbloccare un iPhone e un iPad in possesso di due adolescenti, accusati dell’omicidio di una coppia. La richiesta, a quanto sembra, sarebbe derivata dalle notizie circolate sulla contrapposizione con Apple, ovvero all’esistenza di un metodo d’accesso senza la necessità degli ingegneri targati mela morsicata.
Non si entrerà nei dettagli del reato in questo frangente, perché non determinanti ai fini di questa trattazione. Nel frattempo, secondo il Los Angeles Times è difficile che l’FBI sfrutti lo stesso strumento impiegato per il device di San Bernardino, per evitare che il metodo venga reso noto nel successivo processo. Inoltre, la stessa testata sottolinea come non si escluda una possibile unicità dell’exploit, ovvero funzionante solo per l’
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in questione.
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