L'Europa firma l'appoggio all'ACTA

L'Europa ha garantito il proprio appoggio all'ACTA, ma la firma fa discutere: il documento arriverà all'approvazione definitiva entro il mese di giugno.
L'Europa firma l'appoggio all'ACTA
L'Europa ha garantito il proprio appoggio all'ACTA, ma la firma fa discutere: il documento arriverà all'approvazione definitiva entro il mese di giugno.

Anti-Counterfeiting Trade Agreement, meglio conosciuta come ACTA: sotto tale sigla si cela un documento, controfirmato in queste ore anche dalla Commissione Europea, nel quale prende forma un’alleanza internazionale contro la pirateria. Ma dietro tale sigla si cela allo stesso tempo un principio che da più parti è già stato rigettato, criticato e rifiutato: sacrificare la libertà nel nome della tutela di un interesse significa spostare la discussione su di un piano nuovo e per molti versi pericoloso.

La firma della Commissione Europea mette l’ACTA al centro del dibattito dopo che per anni se ne è discusso in qualità di documento segreto, nato all’oscuro di qualsivoglia trasparenza, ed arrivato alle firme conclusive dribblando in modo grossolano il confronto pubblico. La firma rappresenta l’inizio di un percorso, poiché sancisce un appoggio che tira in ballo i singoli paesi dell’UE e scatena un dibattito destinato a farsi presto caldo. La firma del documento non è di per sé un impegno, ma quantomeno una promessa: l’UE garantisce il proprio appoggio e presto potrebbe rendere più concreta tale inclinazione rispecchiando i principi dell’ACTA all’interno delle proprie normative.

UPDATE: la Commissione Europea spiega perché ha appoggiato l’ACTA.

Agorà Digitale, associazione da tempo impegnata nel sottolineare i pericoli dell’ACTA, sciorina un giudizio al vetriolo nei confronti della firma dell’UE per firma del segretario Luca Nicotra:

È urgente che le diverse mobilitazioni nazionali come quella italiana contro l’emendamento Fava e quella americana contro SOPA e PIPA si uniscano contro il liberticida trattato ACTA che avrà un impatto negativo sulla libertà di espressione, l’accesso alle medicine ma anche alla cultura e alla conoscenza. I cittadini europei devono reclamare un processo democratico, contro le influenze delle multinazionali. Ci saranno diverse votazioni al Parlamento Europeo prima del voto finale di quest’estate e speriamo che non solo Agorà Digitale ma tutte le forze politiche unite in questi giorni contro i bavagli alla Rete vogliano fare pressione sui nostri parlamentari europei.

Jérémie Zimmermann, portavoce di La Quadrature du Net, condivide il medesimo approccio e chiama l’utenza alla piena presa di coscienza circa quanto sta per accadere:

Nei giorni scorsi, abbiamo visto incoraggianti proteste da parte di polacchi e altri cittadini dell’UE, che sono giustamente preoccupati per l’effetto dell’ ACTA sulla libertà di espressione, sull’accesso ai farmaci, ma anche sull’accesso alla cultura e alla conoscenza. Questo importante movimento sarà presto potenziato. I cittadini europei devono riprendersi la democrazia, contro l’influenza deleteria di interessi corporativi nel contesto della politica globale. Per ciascuno dei prossimi dibattiti e votazioni nelle commissioni del Parlamento europeo prima del voto finale di questa estate, i cittadini devono impegnarsi con i loro rappresentanti.

Il timore primo che l’ACTA solleva è la possibilità di agire contro ipotetiche violazioni senza passare per l’autorità giudiziaria. Tale passaggio, più volte evitato anche nella normativa italiana poiché comporta un giudizio senza passare per alcuna autorità giudicante, mette il potere nelle mani delle grandi corporation al costo di evidenti sacrifici in termini di libertà. La Commissione Europea, stando alla nota diramata, sarebbe su posizioni più morbide e giudica eccessiva la pressione portata avanti contro l’ACTA: «L’accordo non creerà nuovi diritti intelletuali ma servirà solo a rafforzare i diritti già esistenti. Non si arriverà a un monitoraggio costante del traffico internet». Ma è questa una affermazione di per sé poco rassicurante, poiché non spiega cosa invece succederà all’atto pratico in caso di adozione del provvedimento.

I Radicali Italiani contestano il documento, ma rimangono fiduciosi del fatto che la strada sia ancora lunga e che gli ostacoli opponibili possano ancora essere molti: sebbene l’ACTA abbia fatto un passo avanti, il percorso è ancora complesso e ci sono quindi ancora ampi margini di intervento. «Questa firma altamente simbolica», spiega il gruppo, «non significa la fine di tutto il percorso». Anzi, rappresenta soltanto l’inizio:

Il Comitato del Commercio internazionale (INTA) del Parlamento europeo è il comitato di lavoro principale sull’ACTA. I Comitati Commissione giuridica (JURI), Sviluppo (DEVE), Libertà Civili (LIBE) e Industria (ITRE) voteranno i loro primi pareri dopo uno “scambio di opinioni” sui progetti in questione nelle prossime settimane. Le opinioni saranno poi inviate all’INTA con l’intento di influenzare la sua relazione finale, che fungerà da importante parere al fine di permettere al Parlamento europeo nel suo insieme di rifiutare o accettare ACTA. Infine, la votazione in seduta plenaria del Parlamento europeo sull’ACTA dovrebbe essere tenuta non prima di giugno.

Il rischio delle prossime ore è che i toni della protesta possano farsi immediatamente forti. A pochi giorni dalle polemiche su SOPA e PIPA, infatti, gli Anonymous hanno già fatto propria la battaglia contro l’ACTA ed i DDoS potrebbero farsi largo al fianco delle proteste civili delle associazioni interessate al tema. Gli account Twitter della “legione” sono già sul piede di guerra, dunque non sono da escludersi prove di forza dimostrative fin dalle prossime ore nei confronti dell’UE.

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La firma odierna rappresenta un chiaro passo avanti, ma è altresì la mossa che costringerà alla piena trasparenza sul tema: la Commissione Europea in questa fase non ha interesse né la possibilità di smarcarsi da precise spiegazioni e garanzie circa il documento a cui è stato garantito l’appoggio. Il dibattito dovrà partire su basi certe, quindi, evitando la contrapposizione di principio che fino ad ora ha circondato una questione rimasta fumosa già per troppo tempo. Ma il clima è destinato a scaldarsi immediatamente: l’Europa si è schierata, ora dovranno schierarsi gli europei.

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