La salute dei portali generalisti non sembra più così florida. Alcuni siti che avevano puntato tutto su tale formula hanno infatti mostrato, specie negli ultimi mesi, difficoltà e cedimenti sempre meno minimizzabili, a cominciare dall’annullamento degli annunciati progetti di quotazione al Nuovo Mercato, malgrado le ingenti somme investite in questi anni.
Benché "
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", o quantomeno le difficoltà, riguardino una larga fascia di nomi anche molto noti, da
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a
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, il caso più emblematico resta probabilmente quello di
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. Fino a pochi mesi fa, obiettivo prioritario nella strategia della società sembrava essere l’imminente quotazione in borsa. Oggi, questa prospettiva si è allontanata al punto che l’amministratore delegato del
gruppo Espresso, Marco Benedetto, può liquidarla definendola "
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".
Il fatto è che oggi il valore al collocamento della società non supererebbe i 3 mila miliardi, mentre l’anno scorso Kataweb era stimata per una cifra più che doppia. Inoltre, nel 2000 il portale del gruppo Caracciolo ha bruciato circa 100 miliardi, e nulla esclude spese equivalenti anche per quest’anno, sebbene lo stesso Caracciolo continui a dirsi ottimista, puntando tutto sul
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. Un ottimismo che però non è bastato a sedare le voci sulle intenzioni del gruppo di cedere Kataweb.
In realtà si tratta di voci circolanti già da diversi mesi, se è vero, com’è vero, che
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si parlava dell’interesse mostrato da
Terra Lycos (che in Italia già possiede
Lycos Italia,
Spray Italia e
Clarence) nei confronti di Kataweb. Del resto, il gruppo di De Benedetti aveva già ceduto, tempo addietro, il 5% del suo capitale a
Unicredito, proprio con lo scopo di rafforzarsi in vista di una futura quotazione. Il problema è che però all’epoca Kataweb valeva quasi il doppio di quanto valga adesso. Un’eventualità, questa del calo di valore, contro la quale Unicredito si era a suo tempo
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, imponendo una clausola per stabilire che, se al momento della quotazione il valore di Kataweb fosse sceso sotto i 6.100 miliardi, la quota di proprietà di Unicredito sarebbe cresciuta in proporzione, pur senza superare il 10%.
Tutte le voci riguardanti la cessione a terzi di Kataweb sono state smentite direttamente da Carlo Caracciolo, il quale, durante l’assemblea per l’approvazione del bilancio del gruppo, pur ammettendo che l’operazione Kataweb è partita forse "con un eccesso di briglia sciolta", ha ribadito l’intenzione di raggiungere il pareggio operativo entro il 2002. Dichiarazione che non ha mancato di suscitare svariati
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tra gli osservatori, in qualche caso non si sa se più acuti o maliziosi: "Difficilmente, in questo momento, il gruppo riuscirebbe a spuntare un’offerta che consenta di recuperare buona parte degli investimenti profusi ‘con eccesso di briglia sciolta’: tanto vale cercare di rilanciare la società, salvando il salvabile e tagliando i rami secchi."
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