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L’Istituto europeo di tecnologia ancora non è partito e già è motivo di scontro. È al vaglio infatti una proposta volta a posticiparne la creazione a favore di una fase di test che coinvolga almeno due o tre progetti preliminari.
Secondo la
Inoltre molto si sta ponendo l’accento sul concetto di innovazione che andrebbe anche aggiunto al nome dell’istituto. Sarebbe infatti proprio l’innovazione la carta in cui l’Europa è più deficitaria e dunque quella sulla quale sarebbe più opportuno puntare, anche a partire dal nome. «L’innovazione è il tallone d’Achille dell’Europa»
Nonostante dunque l’entusiasmo iniziale e la voglia di creare qualcosa che effettivamente possa incanalare nella miglior direzione possibile gli sforzi europei, rimangono delle perplessità e una diversità di prospettive rispetto alla strutturazione: «abbiamo comunque delle riserve sul fatto che quanto è stato proposto sia la maniera migliore per assicurare che i progetti intrapresi siano poi anche commercialmente di successo» ha detto la baronessa Thomas Wallisword capo della camera dei Lord della commissione del parlamento europeo: «è vitale che il business sia coinvolto in maniera pesante nell’EIT (European Institute of Technology), e come comitato, sentiamo che assicurare la presenza del mondo degli affari debba essere il centro degli sforzi europei».