Le stampanti 3D produrranno protesi auricolari

Nei laboratori della Cornell University sono state prodotte orecchie artificiali utilizzando una stampante 3D: presto potrebbero essere impiantate.
Le stampanti 3D produrranno protesi auricolari
Nei laboratori della Cornell University sono state prodotte orecchie artificiali utilizzando una stampante 3D: presto potrebbero essere impiantate.

Le stampanti 3D continuano a rivelarsi potenzialmente in grado di rivoluzionare non solo la produzione di piccoli oggetti, ma anche la scienza. L’ultima novità giunge dalla Cornell University, ove un team di scienziati è riuscito a dimostrare la possibilità di creare versioni artificiali dell’orecchio umano completamente funzionanti utilizzando semplicemente una stampante 3D ed un’apposita soluzione di gel iniettabile.

Partendo da alcune fotografie dell’organo gli scienziati hanno creato così un modello tridimensionale dell’orecchio ed attraverso una stampante 3D ne hanno realizzato una serie di prototipi reali. Tali prototipi sono stati creati utilizzando un particolare gel contenente delle cellule viventi, le quali hanno trovato le condizioni adatta per svilupparsi: il risultato è che in soli tre mesi l’orecchio artificiale si è evoluto al punto da replicare la struttura cartilaginea dell’orecchio umano.

La possibilità di creare in maniera così semplice e breve protesi potrebbe rivelarsi fondamentale nella cura di alcune patologie, tra le quali la microzia: ogni anno sono migliaia i bambini che nascono con deformazioni alle orecchie e la disponibilità di versioni artificiali di tale organo potrebbe risolvere i problemi che caratterizzano le attuali soluzioni chirurgiche. Queste ultime, infatti, raramente conducono ad una soluzione definitiva esteticamente simile a quella naturale ed inoltre molto spesso si rivelano piuttosto dolorose per i piccoli pazienti.

E se le prime prove sul campo hanno restituito risultati decisamente incoraggianti, in futuro tale soluzione potrebbe essere adottata per realizzare anche altre tipologie di protesi, purché sempre con una struttura in cartilagine. Fino ad oggi, inoltre, gli scienziati hanno utilizzato cellule provenienti da mucche per gli esperimenti, mentre presto sperano di poter iniziare gli esperimenti con cellule umane, le quali potrebbero condurre a protesi caratterizzate da una minore probabilità di rigetto da parte del paziente.

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