Lanciare un'applicazione Web2.0 in numeri

Lanciare un'applicazione Web2.0 in numeri

Guy Kawasaky, un famoso evangelista Apple del passato (ora è un Venture Capitalist nell’ambito della tecnologia e del Web) ha da poco lanciato un’iniziativa Web2.0 chiamata

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Questo sito si occupa di dare voce ai rumor della rete (tag: “user generated content” e “citizen journalism”) facendoli votare dagli utenti (tag: “social media) in funzione della loro veridicità o verosimiglianza.

Guy, che è noto per non avere un atteggiamento da superstar della tecnologia, ha deciso di raccontare le esperienze che ne ha tratto con i numeri e il post che ha scritto è un elenco che offre interessanti spunti per chi vuole costruire il prossimo YouTube, Digg o Flickr.

Premettendo che il tutto è costato 12.107,09$ e che di questi oltre 5.900$ sono stati di spese legali e di costi di registrazione dei domini, la lista è molto informativa e offre interessanti spunti per i prossimi imprenditori della rete.

Spulciando tra le cifre apprendiamo che Guy, viste le cifre in ballo, non si è rivolto a Venture Capitalist (sebbene appunto sia uno di loro), ha impiegato meno di otto settimane dalla registrazione alla messa online del sito, che il costo della programmazione è stato di 4.500$ (in outsorcing), che ha dovuto registrare 55 domini diversi per “proteggere” il dominio principale, che in sole 3 ore un hacker aveva trovato il modo di craccare il sito e che il sito è in break even con 150 dollari al giorno.

Si sapeva che costruire un’applicazione Web2.0 è più abbordabile di quanto sembri anche se non si hanno conoscenze di programmazione. Digg, ad esempio, è

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attorno ai 1.000? e stiamo parlando del protagonista assoluto dell’ondata del Web2.0.

Guy ci offre altre importanti lezioni e sono molto positive: il web grazie alle sue caratteristiche apre enormi opportunità per chi ci crede e ha buone idee. Con barriere economiche all’ingresso così basse ci sono opportunità soprattutto per i piccoli che hanno idee buone e riescono a trarre vantaggio dalle opportunità che offre.

Parafrasando l’invito ai giovani USA a esplorare la “frontiera” il posto di Guy sembra dire “Go Web young man!”

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