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– Tizio è nel deserto del Sahara, non ha acqua e sta morendo di sete
Non sarebbe magnifico poter fare sempre affidamento su una connessione al Web anche nel bel mezzo del deserto o sulle impervie vette dell’Himalaya per aggiornare Twitter? Probabilmente no, ma intanto l’industria dell’IT continua a macinare progressi nella complessa sfida della banda larga tramite un segnale satellitare.
ViaSat, la società Californiana specializzata nelle tecnologie satellitari, ha da poco
Tra un paio di anni, un lanciatore della Arianespace porterà in orbita geostazionaria
Il nuovo satellite permetterà un utilizzo pieno dei servizi che generalmente richiedono molta banda, come lo streaming dei filmati e la videocomunicazione, consentendo agli utenti di attenuare almeno in parte gli svantaggi dovuti al digital divide. La velocità delle nuove connessioni sarà resa possibile grazie alla capacità di ViaSat-1, in grado di gestire 100 Gbps e dunque di offrire copertura per oltre due milioni di abbonati.
I nuovi traguardi raggiunti dalla società californiana non sono banali. Uno dei principali ostacoli alla diffusione delle soluzioni satellitari per connettersi al Web era dato dalla limitata banda offerta dai satelliti, in grado di gestire un numero limitato di utenti e dunque poco redditizi. Creare, inviare e gestire un satellite geostazionario richiede grandi risorse e dunque un modello di business in grado di sostenersi e, naturalmente, di espandersi. Le nuove tecnologie adottate su ViaSat-1 potrebbero costituire una buona opportunità per il settore, rendendo le connessioni al Web via satellite una soluzione valida sia per gli investitori che per i consumatori finali.
ViaSat si occuperà unicamente degli aspetti tecnici legati al lancio e alla gestione del satellite, mentre metterà sul mercato la banda messa a disposizione da ViaSat-1 alle società di telecomunicazioni. Si partirà nel 2011, con l’