La polizia spagnola mette i ricercati su YouTube. E noi?

La polizia spagnola mette i ricercati su YouTube. E noi?

Il social network dei video sta diventando sempre più un grande occhio planetario. Già, perché se Google Street View è stato subito considerato un Grande Fratello dal quale talvolta mettersi al riparo, YouTube ha sempre goduto di una valutazione più serena. Forse non ci siamo accorti di quanto, invece, stia cambiando la lotta contro il crimine.

Abbiamo visto qualche settimana fa l’esempio della polizia di Manchester e le sue 24 ore non-stop su Twitter, ma sono gli spagnoli a spostare più in là il rapporto fra gli utenti e la realtà del crimine. La polizia di Madrid ha infatti deciso di mettere su YouTube i volti dei latitanti più ricercati. Forse un modo anche per mettere loro pressione e stanarli.

Sul canale della “Policia”, un video (riprodotto alla fine dell’articolo) di tre minuti e mezzo mette in fila una serie di fedine penali terrificanti: trafficanti internazionali di droga o esseri umani, pluriomicidi, stupratori, coi loro volti, caratteristiche fisiche riconoscibili, luogo e data di nascita.

Potremmo farlo anche noi in Italia? In effetti un canale YouTube della polizia di Stato italiana c’è, ed è molto ricco. Ma si nota una differenza di metodo, che è anche filosofica rispetto al concetto di social network.

Se in Spagna, in Inghilterra, il rapporto fra utente e istituzione è di contributo reciproco, in Italia si preferisce ancora considerare queste piattaforme come una vetrina.

Così, il canale della polizia del Belpaese è sicuramente interessante, perché è possibile vedere moltissimi video girati durante le operazioni (gli stessi che spesso trasmettono poi i telegiornali, come nel caso delle telecamere nascoste o i video a circuito chiuso acquisiti per indagini sulle rapine). Ma la comunicazione ha un verso solo, non c’è collaborazione.

Ci sarà senz’altro il tempo di pensare ad altre iniziative. Intanto, ogni giorno si registra una sorpresa nel Web 2.0 anche sotto questo punto di vista. È il caso dell’arresto di alcuni narcos messicani il cui crimine è stato scoperto grazie a un video su YouTube.

Pubblicato da un coraggioso cittadino, oppure frutto di un’inchiesta giornalistica? No, l’aveva uplodato una gang rivale.

[youtube]_lkHve60K5E[/youtube]

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