La notte bianca del web

La notte bianca del web

Veltroni ci ha provato. Un’oretta di diretta online non è facile da realizzarsi, ma tutto sommato la cosa è filata via liscia. Eppure… eppure l’appuntamento finisce un po’ con la sensazione di una occasione persa.

Ecco perchè.

  • Buono l’audio, buono il video, buona la qualità dello streaming. Nessuna interazione vera, però, nemmeno con il moderatore che lasciava parlare Veltroni leggendo distrattamente il pc e ricevendo poi su un editor di testo le domande scelte da una sorta di redazione
  • Le domande venivano presumibilmente filtrate. Alcuni tentativi di interazione sono andati vani. L’alto numero di richieste ed il poco tempo non hanno permesso a troppi utenti di partecipare attivamente
  • Il candidato si è rivolto al suo pubblico come se parlasse con un pubblico indifferenziato. Ma che indifferenziato non era: il target dei connessi era (per definizione) un target molto legato al web ed alle sue problematiche, ma di web quasi non si è parlato. Se non per il “digital divide”. Poi stop. 2 minuti di sfuggita, per tornare ad uno scambio che avrebbe potuto indistintamente avvenire su qualsiasi altro medium generalista senza colpo ferire (anzi, con un’utenza di massa maggiore)
  • La proposta per combattere il digital divide è stata “portare la banda nelle case di tutti”. Già sentito. Come? Non si sa. “Il web è un’opportunità”. Già sentito. Come sfruttarla? Non si sa. Poi il luogo comune del digital divide nord/sud, vero solo se la situazione è analizzata senza approfondire. Telecom Italia dove la mettiamo? Se Internet è come l’elettricità la possiamo considerare un servizio universale allora? Perdere un minuto a spiegare questa cosa, che da almeno un quinquennio aspetta una risposta, sarebbe cortese e apprezzato

La sensazione che se ne si ricava è quella di una generale non-consapevolezza di ciò che la rete richiede alla politica. A livello comunicativo una serata del genere (meritevole per l’idea e la realizzazione) avrebbe potuto dare molto di più semplicemente sfruttando la specificità dello strumento e dell’utenza pronta ad ascoltare.

Si è trattato quantomeno di un esperimento interessante (meritevolmente coraggioso), che si spera tutti i partiti possano un giorno ripetere e migliorare.

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