La moschea di Sucate: il Web e i tranelli del ballottaggio

Il ruolo dei social network, marginale nella prima fase, è diventato predominante nell'accesissimo ballottaggio di Milano. Una campagna elettorale così non si era mai vista.
La moschea di Sucate: il Web e i tranelli del ballottaggio
Il ruolo dei social network, marginale nella prima fase, è diventato predominante nell'accesissimo ballottaggio di Milano. Una campagna elettorale così non si era mai vista.

Parodie, trend topic da milioni di tweet, bufale mediatiche, parodie cult. Una campagna elettorale come quella di Milano non si era mai vista. Il blog che si occupa di Web 2.0, cioè del contributo degli internauti alla creazione di contenuti condivisi in Rete, non può non dedicare anche a questo ballottaggio una riflessione.

Se infatti la prima fase della campagna elettorale è stata assolutamente normale, la sua conclusione, con il clamoroso colpo basso in diretta televisiva della candidata Letizia Moratti ha dato il via a una serie di iniziative spontanee della Rete, spesso improntate all’ironia.

Il primo passo, poi molto imitato, è stato l’hashtag morattiquotes, a cui sono seguite le redronniequotes. Twitter è uno dei protagonisti, forse addirittura il principale, di una nuova forma di guerriglia attenta a ironizzare l’avversario attraverso il Web.

Ma c’è di più: Facebook, con pagine appositamente create, permette di amplificare questo genere di iniziative, oppure smentire alcune affermazioni dei candidati in tempo reale. Questa dinamica esercita una pressione straordinaria, che può costringere a chiudere le proprie pagine.

Oggi, l’esempio più clamoroso di un approccio smart a Twitter è il caso della finta moschea di via Puppa a Sucate (una evidente presa in giro), che ha permesso al nickname Lucah di sbertucciare l’account della Moratti.

Fingendo di essere un cittadino preoccupato di questa fantomatica moschea (rom, islamici e omosessuali sono gli argomenti più gettonati nel centrodestra in questi giorni), ha chiesto al sindaco di rispondere. E la risposta è avvenuta:

“Nessuna tolleranza per le moschee abusive. I luoghi di culto si potranno realizzare secondo le regole previste dal nuovo Pgt”.

 

In Rete così si è scatenata l’ilarità generale, perché non esistono né la via né il quartiere, quindi non ci sono molte spiegazioni: o il sistema risponde in automatico (una pessima figura), oppure il sindaco o chi per lei non conoscono neppure i quartieri della città.

In pochissimo tempo, Sucate e via Puppa sono diventati il nuovo cult del Web: fotomontaggi di quartieri o di cartelli stradali, pagine dedicate allo svarione sulla presunta moschea abusiva, la fanno da padrone. Non poteva mancare, ovviamente, chi già propone di trasferirvi un ministero.

Sucate è il trend topic del momento. Ma di certo domani ce ne sarà un altro. Di questo passo, e considerando che manca una settimana al voto, cos’altro si inventerà la Rete? E che effetto avrà sulle reali votazioni? Sicuramente il fenomeno è da tenere sotto osservazione.

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