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Rappresentano una persona su sei, ma da molti punti di vista pesano moltissimo nelle dinamiche di comunicazione, di interazione sociale, di costruzione del nuovo modus vivendi del cittadino. Sono i cosiddetti nativi digitali, nati insieme al web, cresciuti dentro il nuovo sistema nervoso centrale basato sui bit, per i quali un tweet è come una telefonata e il profilo di Facebook un’estensione naturale del proprio io. A loro è dedicata la ricerca di Federico Capeci, per Duepuntozero Research (del gruppo Doxa) pubblicata da AssePrim (Associazione dei servizi professionali per le imprese) e presentata oggi alla Sala delle Colonne alla Camera dei Deputati.
Capeci e Stefano Epifani, moderati da
Questa generazione, infatti, è spesso fraintesa, confusa con un generico «popolo della Rete» sotto la cui definizione giacciono le tribù più aggressive, meno portate alla costruzione di un dialogo. Invece gli autori hanno individuato nell’acronimo S.T.I.L.E. i cinque elementi fondamentali, i criteti fondativi di una generazione molto propositiva: Socialità, Trasparenza, Immediatezza, Libertà, Esperienza, sono diventati elementi indissolubili della creazione di una identità.
La
La questione principale, secondo questo libro, è che questa generazione compie quotidianamente un’operazione opposta a quella di chi li ha preceduti: invece di adattare la propria identità ai ruoli imposti dal web e dall’elettronica di consumo, traspone la propria conoscenza identitaria dal web alla vita reale. Pretende le stesse cose che ha dalla Rete anche dalla politica, ad esempio (con le frustrazioni immaginabili).
La logica collaborativa, il fact-checking non sono metodi che si spengono con un bottone – anche perché
Dalla ricerca sulla Generazione 2.0:
Chi e quanti sono? I giovani tra i 18 e i 30 anni, i primi cresciuti durante il boom dei social network e del web 2.0, sono il 14% della popolazione italiana: sono la % più bassa di tutta Europa e tra 30 anni, quando avranno l’età dell’attuale classe dirigente, saranno la metà delle persone più adulte con cui si dovranno ancora confrontare.
La Generazione 2.0 vive il web attivamente, non consultandolo e basta: Il 91% è iscritto a un social network, il 55% è iscritto a un forum, il 34% segue uno o più blogger con continuità, il 17% ne ha uno proprio.
Che cosa fa la Generazione 2.0 quando è connessa? Guarda un video (92%), guarda profili, bacheche e foto di altri (84%), condivide link o contenuti (79%), legge le opinioni su marche e prodotti (74%), consulta post e commenti nel web (65%), partecipa a concorsi a premi e consulta/acquista in gruppi d’acquisto (63%), scrive qualcosa di sé e dei propri pensieri (61%), segue i consigli in rete di persone che non conosce (59%).
I siti maggiormente visitati? I primi tre sono Youtube, Facebook, e Wikipedia, tra intrattenimento, socialità e informazione 2.0.
Quali i loro principali influencers? Il 43% dice che il miglior influenzatore di un prodotto, marca o azienda è un altro consumatore (persone comuni che non consumano il prodotto 13%), blogger specializzati sul tema 13% e giornalisti 6%.