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I risultati dell’indagine
L’utilizzo di software a codice aperto risulta essere diffuso abbastanza omogeneamente in tutti i reparti delle aziende, sia critici che di importanza secondaria. Ci sono tuttavia settori, come i reparti vendite, amministrativi, assistenza clienti e analisi in cui il software open source trova terreno maggiormente fertile. La principale motivazione per la scelta di software open source risiede nel minor costo totale (TCO – Total Cost of Ownership). La disponibilità del codice sorgente, inoltre, permette alle aziende di sviluppare nuovo software utilizzando una base già pronta, diminuendo di molto i costi e i tempi per lo sviluppo. Alcune delle aziende hanno anche sottolineato che la scelta di software aperto le mette al riparo dall’eccessiva dipendenza da un singolo fornitore.
Gartner riporta, però, anche alcuni problemi riguardo l’adozione di software aperto e libero, problemi che riguardano per la maggior parte la complessità delle licenze. Infatti il 69% delle aziende intervistate non procede ad una sistematica analisi delle licenze open source con cui il software utilizzato è rilasciato, trascuratezza che sembra principalmente dovuta alla enorme vastità di licenze utilizzate dai vari software aperti. Gartner, nella persona del suo direttore delle ricerche Laurie Wurster, avverte le aziende: «Le compagnie devono avere una politica per la scelta del software open source, decidendo quali applicazioni saranno supportate e identificando i rischi sulla proprietà intellettuale, e i rischi sul supporto del software. Una volta che una politica è adottata, essa deve essere applicata da un apposito processo decisionale».
Quello dei rischi sulla violazione di proprietà intellettuale altrui è uno dei tasselli su cui Gartner insiste maggiormente. La mancata vigilanza sulle licenze e sul contenuto del codice utilizzato esporrebbe le aziende a «enormi potenziali responsabilità di violazione della proprietà intellettuale».
La posizione e le "raccomandazioni" di Gartner hanno sollevato già alcuni commenti. Glyn Moody, autore del libro "Codice ribelle: Linux la rivoluzione Open Source" e attivo opinionista e blogger, ha fatto