Jonathan Ive e la nuova era grafica di iOS 7

Jonathan Ive, nuova guida di iOS 7, potrebbe eliminare il ricorso all'eccessivo skeumorfismo: il termine di paragone per il futuro è iTunes 11.
Jonathan Ive e la nuova era grafica di iOS 7
Jonathan Ive, nuova guida di iOS 7, potrebbe eliminare il ricorso all'eccessivo skeumorfismo: il termine di paragone per il futuro è iTunes 11.

La cacciata di Scott Forstall dalle fila di Apple ha portato una ventata di aria fresca in quel di Cupertino. E così Jonathan Ive, il leader indiscusso del design tipico targato Mela, è diventato il responsabile della divisione software di iOS. Si attendono moltissimi cambiamenti dal futuro del sistema operativo mobile di Apple, soprattutto dal punto di vista dell’interfaccia grafica. Ma come interverrà Ive rispetto al suo predecessore?

Fino a oggi, iOS è sempre stato fortemente improntato allo skeumorfismo, ovvero alla traduzione in grafica di elementi e funzioni che ricordano oggetti davvero esistenti. Una tipica applicazione skeumorfica di iOS 6 è il Calendario: gli inserti in pelle, le pieghe e gli strappi sulla carta rimandano all’utente l’impressione di scrivere su un taccuino reale. Ma il ricorso abbondante allo skeumorfismo potrebbe oggi risultare obsoleto e, considerato come Ive non lo gradisca particolarmente, potrebbe completamente scomparire da quell’iOS 7 che ci si attende per l’estate.

Quando si pensa a Jonathan Ive, non si può non pensare anche al minimalismo. Per diretta predizione, allora, potrebbe essere proprio questo l’orientamento principale di iOS 7: l’abbandono della fedele riproduzione della realtà a favore di un’interfaccia più pulita, immediata ed elegante. Uno degli errori principali delle ultime due versioni di iOS, la quinta e la sesta, è stato proprio un eccessivo ricorso alla grafica skeumorfica, tanto da risultare quasi kitsch. Si pensi, ad esempio, all’applicazione Game Center: oltre a una barra in pelle con tanto di cucitura in evidenza, l’utente si trova di fronte a un tavolo verde da gioco riprodotto fibra per fibra, a fiches realizzate con fedeltà certosina, a carte da gioco che addirittura seguono la direzione della luce ambientale. E il risultato non è propriamente piacevole, bensì un calderone di elementi rubati dalla realtà che confondono la GUI e disorientano l’utilizzatore. Lo skuemorfismo non è di per sé malvagio, ma lo diviene quando diventa una vera e propria ossessione, così come lo era per Forstall. È quasi certo, allora, che Ive cercherà di disfarsi di questo sistema il prima possibile, per menu puliti, magari su semplice sfondo bianco o grigio.

Per capire come Ive potrebbe rivoluzionare l’aspetto grafico di iOS 7, si può prendere iTunes 11 come termine di paragone. Rispetto alle versioni antecedenti del software, iTunes si libera di tutti quegli orpelli non necessari, tra icone, pulsanti e contatori in stile display a cristalli liquidi. iTunes 11 è un semplice software dallo sfondo bianco e grigio, che si colora a seconda delle finestrelle contestuali in uso o alla tonalità della copertina dell’album in riproduzione. Gli stessi dischi sono presentati come semplici immagini quadrate, con l’addio definitivo alla loro visualizzazione in 3D su CoverFlow. La logica di iOS 7 potrebbe essere proprio questa: tagliare, eliminare il superfluo, ridurre all’osso, puntare sulle funzionalità pur garantendo l’appagamento della vista. E in questo Ive è certamente maestro.

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