Non si può dire che Jonathan Ive in questo anno non sia stato sulla cresta dell’onda, nonostante la lentezza con cui Apple ha presentato i nuovi prodotti nel 2013. Sua è infatti la rivoluzione fluo-minimalista di iOS 7, così come il design dei già iconici iPad Mini, iPad Air e iPhone 5C. Sarà forse per questo che, dopo la biografia non ufficiale, sul Web iniziano a spuntare le più svariate curiosità sul maestro di design in salsa mela.
È BusinessInsider a tratteggiarne un profilo del tutto singolare, composto da questioni insolite che solitamente non troverebbero spazio sulla cronaca tecnologica. Eppure indispensabili per capire il percorso del designer, il modo con cui osserva la realtà e plasma, di conseguenza, i materiali a sua disposizione.
E così si scoprono ossessioni, manie ma anche obiettivi professionali di quel Jony Ive spesso schivo, a tratti intimidito dalle telecamere e silenzioso durante gli eventi Apple.
- Dislessia: Ive è affetto da dislessia, ma questo non gli ha impedito di raggiungere il massimo dei voti durante gli anni dello studio, tanto da poter superare le barriere d’ammissione a Oxford o a Cambridge. Il designer ha però preferito il Politecnico di Newcastle, una delle patrie dell’industrial design. Destino vuole che il suo scopritore, Steve Jobs, avesse sofferto in giovane età dello stesso disturbo;
- Automobili: Jony è un grande appassionato di automobili, per lo più dai colori eccentrici. La sua prima auto è stata una Fiat 500 arancione, con cui si presentava a scuola con tanto di cresta goth in testa. Oggi è felice possessore di diverse Aton Martin, Bentley e Land Rover;
- Incidenti: Ive è sopravvissuto a un grave incidente automobilistico su una Aston Martin D89, dal valore di 250.000 dollari. Questo episodio spinse Apple ad aumentare i compensi per il designer e a regalargli un gran numero di stock option, per sottolineare quanto sia indispensabile per l’azienda;
- Ossessione tattile: uno dei cardini della progettazione di Ive, è l’idea che gli utenti debbano toccare e giocare con i dispositivi, entrare in contatto con i materiali. Un obiettivo facile ai tempi dei touchscreen, ma già presente 15 anni prima, quando il designer progettò il famoso Newton. L’inserimento di una penna telescopica, voluta fortemente dal creativo, si rivelò un successo: gli utenti non riuscivano a fare a meno di giocarci con le mani. Peccato che il device non ottenne mai la diffusione che Apple si sarebbe attesa dal prodotto;
- Team immutabile: il gruppo di lavoro di Ive è pressoché immutato dagli anni ’90. Sono 20 i designer impiegati, in uno studio di Cupertino a massima sicurezza.
Una disamina certamente interessante di fattori non sempre noti al grande pubblico: la prossima volta che si avrà fra le mani un device targato mela morsicata, si immagini che a realizzarlo sia stato un ragazzotto seduto su una 500 arancione, con il tettuccio aperto per non schiacciare la chioma punk ritta verso il cielo.