Si chiama Javier Adelmar Zanetti, e quando arrivò in Italia era uno sconosciuto calciatore argentino in grado di macinare instancabilmente chilometri in quantità. Oggi quell’argentino con capelli e parole sempre al loro posto dice addio al calcio giocato e in questa ultima presenza a San Siro sarà coinvolto l’intero panorama calcistico del paese.
Un campione riconosciuto: un rivale leale per molti, una fascia e una bandiera per altri, un simbolo di integrità per tutti. E un volto che rimarrà impresso nella mente di varie generazioni di tifosi. Gli incredibili numeri della sua carriera saranno snocciolati per l’intero fine settimana da tutte le tv, così come i trofei vinti fino al culmine del “triplete” del 2010. Una carriera che è un percorso di vita: un arrivo in sordina nel 1995 all’ombra della meteora Rambert, l’immediato imporsi all’attenzione di tutti, la trasformazione in un leader, la caduta, la rivalsa, l’apoteosi. E tutto ciò con presenza continua, fino a sfiorare il record di partite di un certo Paolo Maldini.
L’FC Internazionale, in occasione dell’ultima partita di Javier Zanetti di fronte al suo pubblico, ha voluto organizzare una accoglienza degna dell’evento: tutto è stato predisposto affinché anche i social network possano partecipare alla festa e, tramite la creatività dei tifosi, possano celebrare la carriera e le emozioni che “Pupi” (soprannome utilizzato anche per il lancio dell’omonima fondazione attiva con innumerevoli
aste su eBay) ha trasmesso. Varie le attività annunciate per invadere i social network da qui al triplice fischio che segnerà l’addio al campo giocato del numero 4 più celebrato degli ultimi decenni:
- l’hashtag #JZ4ever raccoglierà i messaggi inviati dai tifosi su Twitter e i migliori 10 saranno pubblicati sul sito ufficiale Inter.it;
- i tifosi che caricheranno immagini di Zanetti su Instagram potranno taggare l’account @fcinterofficial per partecipare alla selezione della redazione del sito Inter.it;
- tutti i tifosi sono invitati a modificare le proprie immagini profilo su Facebook, Twitter e Instagram facendo spazio a una immagine comune (download) che possa meglio aggregare tutti coloro i quali vorranno rendere omaggio al “Capitano”.
Come spiegato nelle ultime ore dall’allenatore della Roma, Rudy Garcia, e come peraltro sostenuto da tutti coloro i quali amano il calcio giocato, quello vero, quello fatto di tattica e sudore, «il calcio è forse la miglior metafora della vita». Nella celebrazione dei campioni dello sport, dei “miti” dei tifosi e dei personaggi che hanno segnato pagine di storia oltre che di emozioni, c’è un elemento aggregante che va oltre i colori sulle maglie e gli sfottò tra rivali: il fatto che l’addio di Zanetti si prepari ad invadere i social network è pertanto qualcosa di logico e naturale, espressione viva di gesti collettivi che non devono nutrirsi di viralità: non è il passaparola ad attecchire, ma la compartecipazione dei valori.
E il fatto che durante la partita Inter-Lazio la Curva Nord di San Siro sia chiusa per squalifica, forse, è un favore estremo reso dal fato a Zanetti: il saluto sarà più vivo e sincero se limitato a chi porta allo stadio semplice amore per quella che è «forse la miglior metafora della vita».