iTunes è in crisi, anzi no, va a gonfie vele

iTunes è in crisi. Anzi no. Gli ultimi giorni sono stati vissuti a Cupertino all'insegna di una strana guerra di numeri che ha coinvolto Forrester Research e Piper Jaffray in una battaglia di cifre che ha portato il titolo AAPL a forti sbandate in borsa
iTunes è in crisi, anzi no, va a gonfie vele
iTunes è in crisi. Anzi no. Gli ultimi giorni sono stati vissuti a Cupertino all'insegna di una strana guerra di numeri che ha coinvolto Forrester Research e Piper Jaffray in una battaglia di cifre che ha portato il titolo AAPL a forti sbandate in borsa

È guerra di cifre attorno ad iTunes. Una guerra virtuale si è combattuta a colpi di numeri attorno al music store Apple negli ultimi giorni, con unica conseguenza l’altalena in borsa che ha fatto fluttuare non poco la quotazione di mercato delle azioni del gruppo di Cupertino (in forte calo prima, in fortissima ripresa poi).

Titolo AAPL (by Google Finance)

Titolo AAPL (by Google Finance)

Tutto inizia con i dati Forrester Research: iTunes sarebbe in forte calo, le vendite sarebbero crollate. Oltretutto la ricerca non intendeva puntare il dito specificatamente su iTunes ma su tutto il mondo dei music store. iTunes, leader assoluto del settore, è rimasto però coinvolto più di ogni altro nome ed entro poche ore il gruppo è intervenuto: ogni accusa è infondata, i dati sono privi di fondamento, le critiche sono rispedite al mittente senza lasciar spazio a dubbi.

Ad entrare improvvisamente nella vicenda è ora Piper Jaffray per voce dell’analista Gene Munster, secondo il quale il trend è assolutamente opposto rispetto a quanto emerso negli ultimi giorni: «al contrario dei sondaggi recenti che suggeriscono che le vendite su iTunes stiano diminuendo bruscamente, dalla nostra analisi dei dati della società Apple […] emerge una forte crescita». In numeri: secondo quanto comunicato da Piper Jaffray a Reuters, ogni settimana sarebbero vendute 18.5 milioni di canzoni, un totale di 695 milioni nel periodo da Gennaio a Settembre.

Il dibattito il rete si è subito scaldato: a colpi di comunicati è stato messo in discussione prima iTunes, poi il Digital Right Management, infine i dati stessi che avevano animato la discussione. Difficilmente nel caso specifico se ne uscirà con un qualcosa di concreto: la questione è destinata a spegnersi nel polverone lasciando spazio alle verità che solo il mercato saprà esprimere nel tempo.

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