La musica libera da Digital Right Management invade iTunes. Dopo l’accordo stipulato
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per il catalogo EMI (che però costituisce solo il 10% delle tracce del music store Apple) Cupertino ha siglato accordi simili con le altre etichette musicali e metterà online musica libera anche in maniera retroattiva.
L’accordo ha avuto una lunga gestazione a causa della politica di prezzo applicata da Jobs.
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infatti storicamente vuole il controllo sul prezzo a cui vende la propria musica e vuole che sia fisso per tutte le tracce, cosa ritenuta inaccettabile dalle major.
Alla lunga, infine, il più grande rivenditore di musica al mondo ha dovuto chinare il capo e dal primo Aprile esisteranno altre 2 nuove fasce di prezzo: 69 centesimi per i brani di catalogo e 1 dollaro e 29 centesimi per le novità.
Un aumento di prezzo dunque per i brani nuovi liberi da DRM, come del resto già accadeva per i brani EMI di iTunes Plus, che ad oggi non risulta troppo una stranezza. In fondo da quando è partita l’avventura di iTunes nel 2002 i prezzi non sono mai cambiati e i 99 centesimi di allora adeguati all’inflazione corrispondono circa ad 1 dollaro e 17 centesimi odierni.
Altra grande novità è il fatto che Apple ha trovato un accordo anche per il download musicale su network cellulari: se già via WiFi è possibile comprare e scaricare da iTunes, ora sarà possibile anche sulle reti 3G al medesimo prezzo.
Ancora nessuna notizia invece dal fronte Beatles: il gruppo continua a non mettere il proprio catalogo musicale in vendita online per
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. Eppure
in Norvegia hanno trovato un cavillo nella legislazione che consente ad un podcast, se composto per il 70% di musica, di poter andare online liberamente per 4 settimane. E dato che l’emittente nazionale NRK ha fatto delle trasmissioni mandando tutta la discografia del gruppo, ora è autorizzata a metterle in podcasting sul proprio sito. Che lo vogliano o no i Beatles, sono anch’essi scaricabili legalmente.
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