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della commissione europea afferma chiaramente che il nostro paese rimane ai margini dello sviluppo del web. Infatti secondo i dati forniti dal "governo" europeo l’Italia con poco più del 30% resta nel gruppo di coda dei paesi al di sotto della media Ue. A guidare la classifica europea del numero di case collegate alla rete sono Olanda e Svezia, con un tasso di gradimento del 60%. Nel complesso la penetrazione di Internet nelle case ha segnato una frenata, attestandosi infatti nel dicembre scorso al 38%. Di tutt’altro tenore il [!] Ci sono problemi con l'autore. Controllare il mapping sull'Author Manager
, realizzato dal Department of Commerce, dove appunto la Rete continua a crescere.Anche l’e-commerce non brillerebbe di luce propria: solo il 4% degli utenti europei infatti farebbe frequentemente acquisti su Internet. Vanno meglio i dati che provengono dalle imprese della Ue: il 90% di quelle che occupano più di dieci persone sono collegate alla rete, mentre il 60% ha il proprio sito web. Delude un po’ invece la percentuale di imprese che abbracciano l’e-commerce: circa il 22,9% delle aziende europee effettua vendite online, una percentuale che in Italia scende addirittura attorno al 10%.
Ma anche secondo il World Economic Forum l’Italia sarebbe notevolmente in ritardo nello sviluppo delle nuove tecnologie. «È un ritardo grave – sottolineato dallo stesso ministro italiano per l’ Innovazione e le Tecnologie, Lucio Stanca presente al Forum – e proprio per questo il presidente Berlusconi ha creato un ministero con una delega sulla Itc». L’ Italia figura al 25° posto della classifica dei 75 paesi che vede in testa gli Stati Uniti e in coda la Nigeria. Le posizioni di testa della classifica sono soprattutto dei paesi del Nord Europa: seconda è l’ Islanda, terza la Finlandia, quarta la Svezia, quinta la Norvegia, sesta l’ Olanda e settima la Danimarca.
Un altro elemento di riflessione è rappresentato dal rapporto costi/velocità di connessione. Gli utenti europei sostengono costi superiori a quelli degli utenti statunitensi. La velocità di connessione resta in media nell’Ue piuttosto bassa, un vero macigno che grava sullo sviluppo del commercio elettronico. Pochi ancora in Italia i servizi legati all’ e-government, con circa il 40% (la media europea è del 45%) delle amministrazioni pubbliche che assicura servizi di base online.
Questi dati poco confortanti vanno ad affiancare quelli pubblicati da
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sulla banda larga. Secondo la società di ricerche il previsto "boom" europeo di collegamenti Internet a banda larga non si realizzerà se le tariffe non scenderanno in modo drastico. Lo stesso rapporto evidenzia che, con i prezzi attuali, solo 10% dei collegamenti domestici ad Internet in Francia, Germania e Regno Unito sarà a banda larga entro il 2005