Dalle proteste social alle class action, un passo a dir poco breve. È questo l’orizzonte che si prospetta dalle parti di Cupertino, secondo alcune fonti statunitensi, a seguito della conferma di
[!] Ci sono problemi con l'autore. Controllare il mapping sull'Author Manager
per gli
iPhone non più giovanissimi, quindi dotati di
batterie dal ciclo di vita minore. Così come riferisce 9to5Mac, nella giornata di ieri sarebbe stata depositata una prima class action contro Apple, presso le corti di Los Angeles, mentre una seconda potrebbe essere presentata a breve in quel di Chicago.
La vicenda è ormai ben nota. Qualche giorno fa, alcuni utenti di Reddit si sono accorti come alcuni modelli di iPhone, tra cui
[!] Ci sono problemi con l'autore. Controllare il mapping sull'Author Manager
e
[!] Ci sono problemi con l'autore. Controllare il mapping sull'Author Manager
, ottengano punteggi di benchmark ridotti rispetto al normale se la batteria non è più giovanissima. Sostituendo questa componente, il device torna alla sua piena normalità. Così come riportato da The Verge ieri,
Apple ha confermato come la misura si sia resa necessaria per evitare spegnimenti improvvisi degli smartphone: con un approvvigionamento minore da parte della batteria, la gestione di picchi continui per la CPU potrebbe non essere pienamente garantita.
Per quanto l’obiettivo sia quello di garantire a tutti un’esperienza senza intoppi, con Apple pronta a sottolineare come la misura non sia stata pensata per spingere gli utenti all’acquisto di un nuovo device, molti esperti hanno sollevato dei dubbi. Senza una precisa esplicitazione, infatti, il possessore di un iPhone potrebbe decidere di sostituire il suo device ormai rallentato, anziché sottoporlo al cambio della batteria.
[embed_twitter]https://twitter.com/9to5mac/status/944033809363865600[/embed_twitter]
Stando alle testate a stelle e strisce, nella giornata di ieri Stefan Bodganovich avrebbe aperto la prima
[!] Ci sono problemi con l'autore. Controllare il mapping sull'Author Manager
presso le corti di Los Angeles, specificando come Apple avrebbe dovuto
avvisare chiaramente gli utenti di questa implementazione, chiedendo il loro consenso. Secondo l’accusante, nonostante le dichiarazioni dell’azienda, non si potrebbe inoltre escludere la soluzione software non sia stata pensata per spingere i clienti all’upgrade.
La seconda class action, depositata presso le corti di Chicago, è invece stata avviata da alcuni clienti in Illinois, Ohio, Indiana e Carolina del Nord, i quali hanno accusato Apple di aver scelto tattiche "ingannevoli, immorali e non etiche” per rallentare i vecchi iPhone. Al momento, la società di Cupertino non ha ufficialmente commentato queste notizie.
Se vuoi aggiornamenti su su questo argomento inserisci la tua email nel box qui sotto:
Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni
relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi
dell'informativa sulla privacy.