iPhone 5S al Sundance Film Festival con Tangerine

Al Sundance Film Festival arriva Tangerine, un film interamente girato con iPhone 5S: la critica rimane a bocca aperta per la qualità delle riprese.
iPhone 5S al Sundance Film Festival con Tangerine
Al Sundance Film Festival arriva Tangerine, un film interamente girato con iPhone 5S: la critica rimane a bocca aperta per la qualità delle riprese.

Al Sundance Film Festival sbarca iPhone 5S, lo smartphone lanciato da Apple nel 2013 e ancora decisamente amato dai consumatori. Non di certo per una sponsorizzazione, però, e nemmeno per un evento collaterale connesso alle pellicole indie del momento. Il dispositivo entra direttamente nelle proiezioni, grazie a un film interamente girato con la sua fotocamera: “Tangerine”. Pubblico e critica rimangono a bocca aperta: nessuno avrebbe mai creduto uno smartphone potesse assicurare una così elevata qualità di ripresa.

Gli elementi affinché Tangerine si trasformi in un grande successo, tanto da essere già stato acquistato da Magnolia Pictures per la distribuzione nei cinema statunitensi, non mancano affatto. La storia si snoda attorno all’esistenza di un gruppo di prostitute transessuali in una Hollywood inedita, lontana dai lustrini e dagli eventi mondani. Tra un linguaggio diretto e una scorcio sulla vita decisamente poco comune, i primi screening sembrano aver collezionato consensi unanimi. Ed è bastato un iPhone 5S e un’app cinematografica, ovviamente oltre alla bravura di regista e cast, per raggiungere questo primo successo.

Così come riporta The Verge, la scelta di girare il film con un iPhone 5S sarebbe nata dalla necessità di contenere il budget. Non è di certo la prima volta che un lungometraggio viene realizzato con un melafonino, ma “Tangerine” si differenzia da tutte le altre produzioni per la qualità delle immagini. Stando ai giornalisti oltreoceano che hanno già ammirato la produzione, il film è girato in formato widescreen 2:35:1, ma non presenta quei difetti visivi tipici delle riprese da smartphone, come scene sovraesposte e inevitabili effetti mossi. Eppure Sean Baker, regista e sceneggiatore di produzioni indie, spiega come il progetto sia stato “estremamente facile”.

Oltre a iPhone 5S, il regista si è dotato di un’app da 8 dollari chiamata Filmic Pro, capace di garantire dei controlli avanzati di ripresa, come la gestione manuale del focus, dell’apertura, del colore e della temperatura. Poi ha montato lo smartphone su un supporto Steadicam, per evitare vibrazioni e movimenti non voluti, data anche la leggerezza del dispositivo. Infine, delle lenti anamorfiche da Moondog Lab, di quelle che si applicano direttamente sulla scocca del device per migliorare le già elevate capacità di ripresa dello smartphone.

Tangerine

Tangerine

“Tangerine” non è interessante solo per l’apparecchiatura e il software utilizzato, ma anche perché in controtendenza con tutte le produzioni dell’ultimo periodo, anche fra i grandi colossal hollywoodiani. Vi è infatti un’orientamento maniacale all’iper-realismo, realizzato tramite la desaturazione dei colori e l’aumento spropositato dell’esposizione, quasi ogni scena dovesse essere avvolta da luci bianche quasi stordenti. Il regista, invece, ha deciso di fare l’esatto contrario.

Con tutti quel film realisti, la prima cosa che fai è scaricare il colore. Siamo andati in senso opposto. Abbiamo spinto i colori e abbiamo aumentato la saturazione. Perché il mondo è colorato e queste persone sono pittoresche.

Non a caso il colore dominante è l’arancione, così come da titolo del film. Non resta che rimanere in attesa di notizie sul possibile rilascio europeo della pellicola, nonché di un trailer globalmente visibile.

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