È tra il simpatico e l’incredibile la vicenda che ha coinvolto un’appassionata del mondo Apple in quel del Canada. Decisa ad acquistare un iPad Air approfittando degli sconti del Black Friday, si è ritrovata fra le mani un tablet evidentemente posseduto da altri: fotografie, dati personali e note tutt’altro che indice di un device uscito da poco dalla fabbrica. E scoppia la polemica.
Robin Crowley, un’agente di polizia dell’Ontario, da tempo desiderava mettere le mani su un iPad. Così, visti gli annunci pubblicitari della catena di negozi Target per un tablet fortemente scontato in vista del Black Friday, armata di carta di credito si è recata in negozio per accaparrarsi un esemplare. Tornata a casa, però, la sorpresa: acceso il dispositivo, vi era già un archivio ben nutrito di immagini, video, note, contatti telefonici nonché un accesso automatico a Facebook.
«Centinaia di immagini di amici e parenti. Una programmazione completa del calendario. Tre pagine di applicazioni che non ho ovviamente scaricato.»
Questo quanto dichiarato dalla sfortunata proprietaria all’emittente televisiva CTV. Nel tentativo di capire cosa fosse successo, la donna ha trovato una piccola etichetta sulla scatola con la scritta “demo”. Ed ecco quindi svelato l’arcano: probabilmente Apple ha consegnato degli iPad Air con del materiale precaricato affinché Target potesse mostrarli negli stand dei suoi negozi, ma i grandi magazzini pare abbiano invece ben pensato di venderli ai clienti.
Nel tentativo di ottenere un iPad Air nuovo di zecca in sostituzione – obiettivo che pare l’agente di polizia non sia ancora riuscita a raggiungere, dato il diniego della catena – la proprietaria spiega non solo come sia scorretto vendere prodotti demo ai consumatori, ma anche come sia potenzialmente pericoloso per la sicurezza e la privacy altrui. Non è infatti detto che Apple abbia precaricato il device con delle informazioni fittizie per mostrarne il funzionamento, è del tutto plausibile che un utente abbia utilizzato il tablet in negozio dimenticando quindi i propri accessi – ad esempio l’account Facebook – attivi sul device. Da Target, tuttavia, arriva solamente una risposta istituzionale:
«La privacy dei nostri clienti è di importanza capitale e questa è la prima volta che abbiamo notizia di un evento simile. Stiamo indagando con i nostri partner in Apple e saremo felici di tenervi informati non appena ne scopriremo di più.»
E nel frattempo Robin attende di poter aggiudicarsi un altro iPad Air. Nuovo, questa volta.