Invisivision, la nuova frontiera degli occhiali 3D

Debuttano su Kickstarter degli innovativi occhiali 3D, con quattro lenti anziché due: ecco come funziona l'ambizioso progetto di tre ragazzi americani.
Invisivision, la nuova frontiera degli occhiali 3D
Debuttano su Kickstarter degli innovativi occhiali 3D, con quattro lenti anziché due: ecco come funziona l'ambizioso progetto di tre ragazzi americani.

La visione di un film 3D aumenta la sensazione di coinvolgimento, su questo non ci sono dubbi, ma l’esperienza cinematografica offerta dalle pellicole in tre dimensioni non può essere comunque definita interattiva. In altre parole, lo spettatore si limita ad osservare lo scorrere sul grande schermo delle immagini in modo “passivo". Le cose potrebbero cambiare grazie ad un dispositivo come Invisivision, lanciato nei giorni scorsi sulla piattaforma di crowd funding Kickstarter.

Si tratta essenzialmente di un paio d’occhiali 3D, del tutto simili a quelli che vengono forniti all’ingresso delle sale. Anziché essere però composto da due lenti, ce ne sono quattro: due fisse e altrettante da posizionare di fronte agli occhi oppure ruotare verso l’alto in modo che non coprano il campo visivo. Questo permette di modificare ciò che si vede, attivando o disattivando una sorta di filtro che mostra o nasconde alcuni elementi. Per meglio capirne il funzionamento basta dare uno sguardo al filmato dimostrativo in streaming di seguito: l’utente (o lo spettatore) può scegliere se visualizzare o meno i sottotitoli, oppure le indicazioni sullo schermo nel caso di un videogioco.

Ancora, Invisivision permette di accedere ad una versione alternativa del contenuto che si sta guardando, semplicemente alzando o abbassando le lenti. Per mostrare le potenzialità del progetto, il team PipeDream Interactive fornirà la copia di un cortometraggio realizzato ad hoc a coloro che acquisteranno gli occhiali da Kickstarter al prezzo minimo di 25 dollari (35 per ricevere anche la demo). Sono già stati presi accordi con alcune sale cinematografiche statunitensi, per la trasmissione di film che possano sfruttare la particolare caratteristica del dispositivo. Ovviamente per far sì che una tecnologia di questo tipo possa dire la propria nell’ambito entertainment, servirà il supporto da parte di chi si occupa di generare contenuti: di per sé l’oggetto rappresenta un concept di occhiali 3D alquanto bizzarro, ma una volta compatibile con film e videogiochi potrebbe ottenere un buon successo.

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