InfoCert e Aruba: SPID a pagamento nonostante i fondi governativi

InfoCert e Aruba introducono costi annuali per lo SPID. Analisi delle implicazioni e dei fondi governativi per i gestori.
InfoCert e Aruba introducono costi annuali per lo SPID. Analisi delle implicazioni e dei fondi governativi per i gestori.
InfoCert e Aruba: SPID a pagamento nonostante i fondi governativi

Dal 28 luglio 2025, accedere ai servizi della pubblica amministrazione tramite SPID avrà un costo annuale di 5,98 euro IVA inclusa per gli utenti di InfoCert. La decisione del secondo più grande gestore di identità digitale in Italia segue quella di Aruba, che aveva già introdotto un canone simile nel febbraio 2025. Questa novità sorprende, soprattutto alla luce dello sblocco dei 40 milioni di euro di fondi governativi stanziati per sostenere economicamente i gestori di SPID.

I fondi governativi non bastano

I tanto attesi fondi governativi, bloccati per quasi due anni, sono stati finalmente resi disponibili nel marzo 2025 con la firma del decreto attuativo. Tuttavia, il ritardo nell’erogazione ha rappresentato una sfida significativa per i fornitori di identità digitale, che si sono trovati a dover mantenere operativo un servizio complesso senza il necessario supporto economico. Le convenzioni tra lo Stato e i gestori erano infatti scadute già nel 2022, lasciando questi ultimi a sostenere autonomamente i costi di manutenzione e sviluppo delle infrastrutture.

Per mitigare l’impatto del nuovo modello a pagamento, InfoCert ha introdotto un’agevolazione per i nuovi utenti: chi attiverà lo SPID prima del 28 luglio 2025 potrà usufruire del primo anno gratuito, indipendentemente dalla modalità di riconoscimento scelta. Questa iniziativa mira a incentivare l’adozione del servizio nonostante l’introduzione del canone annuale.

Un sistema in bilico tra sostenibilità e accessibilità

Con oltre 39 milioni di identità digitali attive, lo SPID rimane lo strumento preferito dagli italiani per identificarsi online, superando di gran lunga l’utilizzo della Carta d’Identità Elettronica. Tuttavia, l’introduzione di un costo annuale solleva interrogativi sul futuro del servizio, in particolare per le fasce economicamente più vulnerabili della popolazione. Il rischio è che una parte significativa degli utenti possa essere scoraggiata dall’adozione dello SPID, con possibili ripercussioni sul processo di digitalizzazione dei servizi pubblici.

Un elemento chiave da monitorare sarà la decisione di PosteID, che attualmente gestisce oltre il 70% delle identità SPID attive in Italia. Se anche questo operatore dovesse decidere di introdurre un canone annuale, l’impatto potrebbe essere significativo, compromettendo ulteriormente l’accessibilità ai servizi online della pubblica amministrazione.

Il passaggio a un modello a pagamento mette in evidenza la tensione tra la necessità di rendere economicamente sostenibile l’infrastruttura digitale e l’obiettivo di garantire un accesso universale ai servizi pubblici online. Questa situazione solleva interrogativi più ampi sulla strategia digitale complessiva del Paese e sulla capacità di bilanciare le esigenze economiche dei gestori con i diritti dei cittadini.

In conclusione, la decisione di InfoCert e Aruba di introdurre un canone annuale per lo SPID rappresenta un momento di svolta per il sistema delle identità digitali in Italia. Mentre i fondi governativi hanno fornito un sostegno temporaneo, la sostenibilità a lungo termine del servizio richiede soluzioni innovative che tengano conto delle esigenze di tutti gli attori coinvolti, inclusi i cittadini, i gestori e lo Stato.

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